domenica 8 gennaio 2012

Palermo-Corteo in ricordo dei Martiri di Acca Larentia - 7/1/2012




“Profondo è l'odio che l'animo volgare nutre contro la bellezza” recitava uno degli striscioni ieri in piazza a Palermo. È una frase di Ernst Jünger tratta dal suo romanzo “Sulle scogliere di marmo”.

Questa volta l’odio ha perso. A Palermo si è svolta regolarmente la manifestazione in ricordo dei caduti della strage di Acca Larentia. Centinaia di giovani, e meno giovani, hanno percorso in corteo le vie del centro. Fiaccole al vento, file ordinate, stile sobrio, slogan misurati. Né una sfilata paramilitare, né una gita turistica. Anche una manifestazione ha una sua “mistica”. I movimenti identitari (Giovane Italia, CasaPound, Gioventù Italiana, Spazio Cervantes, TemerariaMente) hanno rinunciato per un giorno alle proprie sigle ed ai propri simboli per unirsi nel ricordo. Senza personalismi e senza divisioni. La Questura ha pensato bene di "circondare" il corteo con decine di agenti. Dicevano di garantire la nostra sicurezza (come se fossimo dei bimbi indifesi in preda a chissà quali orde di barbari, non pervenute). Sembravamo noi i  cattivi da controllare e recintare, come se fossimo un pericolo per i cittadini. Grazie questi surreali metodi di gestione dell’ordine pubblico viene permesso ogni volta a 30 autonomi di tenere sotto scacco un’intera città.

Gli antifascisti palermitani dei centri sociali, nei giorni scorsi, hanno ricoperto la città di scritte intimidatorie, hanno lanciato una molotov contro la sede di Giovane Italia. Volevano creare un clima di “guerra” per ottenere l’annullamento del corteo dalla Questura. Questa volta gli antifascisti sono rimasti a casa. Restano solo i proclami su facebook (i leoni da tastiera sono sempre attivi). Hanno capito che ormai c’è un’intera comunità umana e politica che, superando le divisioni, non ha alcuna intenzione di cedere alle minacce e alle violenze. A cominciare dalle piazze, dalle scuole e dall'università non viene più concesso spazio all'intolleranza politica degli autonomi dei centri sociali.

Quando nel 1978 i terroristi antifascisti sparavano sui militanti del Fronte della Gioventù, la mafia siciliana usava gli stessi metodi per zittire i suoi avversari. Oggi i novelli antifascisti utilizzano gli stessi metodi mafiosi a cominciare dall’ostentazione della forza e dell’intimidazione.

La “mafia antifascista”, negli ultimi anni attiva a Palermo, ha quindi subito ieri una clamorosa sconfitta. Le mafie possono essere vinte solo mettendo da parte la paura.

Ieri 7 gennaio la paura non ha trovato spazio nei nostri cuori. Continuiamo così, per mille anni e soprattutto per Franco, Francesco, Stefano e tutte le vittime della violenza antifascista.

Mauro La Mantia