mercoledì 29 giugno 2011

Martedì 19 Luglio tutti a Palermo per Paolo Borsellino

Come ogni anno, Martedì 19 Luglio, a Palermo celebreremo l’anniversario della strage di Via D’Amelio con una grande fiaccolata che attraverserà silenziosamente la città fino a raggiungere il luogo dell’attentato.
chiunque volesse partecipare ci contatti o sulla posta di facebook o all'indirizzo giovinezzamilazzo@yahoo.it




lunedì 27 giugno 2011

Riprendiamoci il Futuro

            
Al di la delle difese d’ufficio, delle polemiche strumentali, delle forzature da “gioiosa macchina da guerra”, il risultato delle amministrative e l’andamento del referendum disegnano un quadro chiaro, inequivocabile. La legittima azione politica di Berlusconi e la sua leadership carismatica stanno rapidamente erodendosi, perché il paese sta tumultuosamente cambiando nel suo profondo. Tuttavia il quadro politico appare del tutto bloccato perché non stanno delineandosi, al di la dell’euforia e del clima emotivo, alternative di governo coese, consistenti, autorevoli.
Sono questi i segni di una crisi di sistema che richiedono strategie urgenti e coraggiose.
I nodi più rilevanti della situazione sembrano i seguenti:
a) sbandamento e logoramento dell’elettorato moderato: sfiducia, paura, decomposizione del ceto medio;
b) il vasto partito dell’antipolitica e della sfiducia nella politica genera il proprio progressivo ampliamento; gli estremismi e i radicalismi della comunicazione della maggioranza si trasformano in boomerang contro il governo;
c) declino del bipolarismo nella sua versione “leaderistica” rissosa e gridata, schiava della mistica dell’apparire e dell’annuncio; crisi accelerata dal fallimento dell’utopia illuministica del bipartiamo, sia nella versione “predellino” sia nella versione veltroniana della “ vocazione maggioritaria”;
d) il quadro politico registra il tracollo del riformismo (fallimento del centro; il PD al traino di Vendola e dell’ IDV; il PDL, tra mugugni e risse, è arroccato in una comunicazione massimalista e barricadiera); la Lega appare in frenata anche nelle roccaforti e soffre la mancanza di strategie e di collegamenti europei;
e) I referendum, pur nell’atmosfera emotiva e populista accentuata anche dal ruolo preponderante degli strumenti della Rete, rivelano, da un lato un grande sussulto di partecipazione soprattutto contro il conformismo della politica spettacolo dei talk – show, ormai dominio incontrastato e stucchevole di una vera e propria “compagnia di giro” giornalistico - politica; dall’altro una vasta insofferenza per la qualità della politica attuale e delle sue modalità; fino al punto da rendere urgente una riflessione sulle leggi elettorali, sulla selezione della classe dirigente, sul leaderismo e sui partiti. Quindi ci sono tutti i segni premonitori di un futuro confuso disordinato, convulso, con le incognite di un quadro economico fragile.
In una tale prospettiva i leader carismatici sanno evitare con coraggio il logoramento, il traccheggiamento, il bunker, le modifiche maquillage. La realtà è dura e non fa sconti, ma soprattutto non tollera scorciatoie. Perciò occorre coraggio, iniziativa politica, un nuovo progetto di cambiamento.
Se Berlusconi vuole essere principio attivo nel costruire il futuro del popolo dei moderati (del PPE italiano), deve cambiare politica, agenda delle priorità, modalità di comunicazione, gruppo dirigente (il solo Alfano è mero maquillage), regole interne, modalità di fare politica. E presto, senza tentennamenti, senza cedimenti al soffocante abbraccio della corte. Se non ci riuscirà, avremo una lunga fase di logoramento, una sterile guerriglia tra “i signori della guerra” e poi il dissolvimento del centro destra; in un clima torbido di veleni; in una congiuntura economica fragile.
Perché noi siamo dentro il declino di un ciclo politico e di una leadership carismatica, ma il quadro politico è in stallo e non sta emergendo una alternativa di governo; anzi, i dati delle amministrative e del referendum stanno spingendo il PD verso una autolesionistica ubriacatura populista succube dei rigurgiti massimalisti e giustizialisti, a lungo incubati e repressi. Quindi, la sinistra rischia il testa-coda per overdose di populismo emotivo, con ulteriori devastazioni del quadro politico.
E’ realistico ritenere che la via strategica per il popolo dei moderati e per Berlusconi sia ardua ma non impossibile:
- in primo luogo è urgente rilanciare l’alleanza con la Lega sulla base del federalismo e della riforma dello Stato;
- ricomporre il mondo moderato dentro il solco dei valori e della strategia politica del PPE;
- ricostruire dalle fondamenta il partito sul modello del Centrodestra  (partecipazione, territorio, cultura politica, democrazia interna);
- rilanciare l’azione di governo sui nodi della modernizzazione, della sintesi tra sviluppo e risanamento, di un nuovo sistema fiscale che privilegi il lavoro, l’investimento dell’impresa, la vita e la famiglia.
A questo punto, perderemo il futuro se ci abbarbichiamo senza speranze al presente.                                                
di Sergio Chillè

giovedì 23 giugno 2011

NOTA SS.MILAZZO



Nota della Società dopo l'incontro con l'Amministrazione comunale.


Dopo l'annata calcistica ricca di gratificazioni, conclusasi con successi significativi sia per la prima squadra e sia per il settore giovanile, la Ss Milazzo - viste le perduranti difficoltà incontrate e appurata l'assoluta mancanza di risposta da parte di tutte le componenti che gravitano attorno alla Società, non ultime le promesse disattese da parte degli amministratori locali e avendo constatato l'impossibilità a continuare un discorso che abbia un minimo di progettualità - ha rimesso il titolo sportivo nelle mani dell'Amministrazione comunale, dando modo, quindi, alla città e agli amministratori locali di individuare nuovi imprenditori che abbiano voglia e più capacità dell’attuale dirigenza. 
La Ss Milazzo, dunque, darà la possibilità all'Amministrazione e alla città di trovare adeguati ricambi societari, affinché si possa mantenere nel tempo la preziosa categoria dei professionisti che ha portato visibilità e lustro alla città di Milazzo e, nel contempo, garantirà l’ordinaria amministrazione avendo specificato, ai diretti interessati, l’approssimarsi delle date per l'iscrizione al campionato e per l'inizio delle attività. 
NON BISOGNA AGGIUNGERE ALTRO!

sabato 18 giugno 2011

Il "Milazzo" rischia di sparire..ancora una volta "Grazie PINO"

"Non siamo politici. Purtroppo, o per fortuna, amiamo fare i fatti e usare poco le parole. E la realtà ci dice che ad oggi a Milazzo è impossibile fare calcio". Parole pesanti quelle rilasciate in esclusiva aTuttoLegaPro.com da Vincenzo Lo Monaco, dirigente accompagnatore del Milazzo Calcio, poche ore dopo l'incontro con l'amministrazione comunale in cui la società del presidente Chialastri ha deciso di defilarsi.

"Abbiamo restituito al Sindaco il titolo. Adesso, fino al 28 giugno, sono padroni del destino del Milazzo. Possono fare quello che vogliono. Noi, come ultimo atto d'amore per la città, abbiamo addirittura garantito i 50mila euro di iscrizione per il 28 giugno".
Sulle cause che hanno portato a questa rottura il dirigente parla chiaro, senza peli sulla lingua. "Continuano a dire che noi vogliamo andarcene perché non viene nessuno allo stadio. Non è assolutamente vero. I veri problemi sono altri. Due i più gravi. Il primo: hanno detto che ci lasciano lo stadio in gestione quinquennale. Benissimo. Ma che stadio ci danno? A febbraio la prefettura ha stilato 27 punti per cui il "Grotta Polifemo" non è strutturalmente a norma. In questi mesi non è cambiato niente. C'è un verbale scritto, lo tireremo fuori in questi giorni. Non vogliamo lo stadio a 4500 posti, come è stato detto in giro. Ma quanti sanno che con l'Avellino abbiamo avuto l'agibilità solo per 2000 posti? Come si fa, entro il 28 giugno, a sistemare 27 punti? Ad oggi il "Grotta Polifemo" non è agibile. Punto e basta". Finita qui? Non proprio. Il giovane dirigente mamertino svela un altro punto finora poco chiaro. "Avevamo chiesto al Comune di trovarci sponsor per poter avere una mano. Ci hanno detto che alcune industrie potrebbero tranquillamente portare il Milazzo in Serie B. E allora perché non lo fanno? O, al massimo, perché non ci danno una mano? Noi quest'anno abbiamo i conti in regola, ma i soci sono in perdita. Noi non vogliamo dissanguare il Comune, ma semplicemente che ci mettano in contatto con chi può sponsorizzare la squadra. In realtà al Comune non interessa una squadra in Lega Pro. Non è una loro priorità e un loro dovere. Questo ci hanno detto. Noi ne prendiamo atto e usciamo di scena, aspettando il 28 giugno".
da tuttolegapro.com


GRAZIE PINO,GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE L'HANNO VOTATO.
L'ENNESIMA DIMOSTRAZIONE CHE DI MILAZZO E DEI MILAZZESI,NON GLIENE FREGA UN CA....VOLO!

mercoledì 15 giugno 2011

FRANCESCO CECCHIN PRESENTE!



E' la notte tra il 28 e il 29 maggio 1979 quando gli inquilini di via Montebuono, nel quartiere Trieste, a Roma, vengono svegliati da grida disperate. Chi si affaccia vede un corpo riverso nel cortile di un condominio, ai piedi di un muro alto cinque metri. Arriva la polizia, poi un'ambulanza. Si tratta di Francesco Cecchin, uno studente diciottenne, conosciuto come attivista missino. E' in condizioni gravissime e ci si chiede come abbia fatto a precipitare in quel cortile.

I giornali del mattino non riportano neppure la notizia, ma i suoi familiari e i suoi camerati sanno qual è la verità. Francesco Cecchin era sceso di casa insieme alla sorella per una passeggiata fino a via Montebuono, dove un suo amico lavora in un ristorante. Poco dopo mezzanotte, mentre i due ragazzi sono fermi davanti all'edicola di piazza Vescovio, spunta una Fiat 850 bianca che compie una brusca frenata davanti a loro; dall'auto scende un uomo che urla all'indirizzo di Francesco: "...E' lui, è lui, prendetelo!". Intuendo il pericolo e, probabilmente, riconoscendo l'aggressore, Francesco fa allontanare la sorella e corre in direzione di via Montebuono, inseguito dagli occupanti della macchina. La sorella, intanto, si getta vanamente al loro inseguimento, urlando: "Francesco, Francesco!"; le sue grida vengono udite da un giovane che, sceso in strada, nota un uomo darsi alla fuga verso via Monterotondo e qui salire sulla Fiat 850 bianca che si allontana velocemente. Il corpo di Francesco viene quindi rinvenuto in fondo ad un cortile, in posizione supina, distante circa un metro e mezzo dal muro alto cinque metri, perde sangue dalla tempia e dal naso e tiene ancora strette nella mano sinistra un mazzo di chiavi, di cui una storta che spunta tra le dita, e in quella destra un pacchetto di sigarette.

A questo punto sarebbe stato lecito attendersi immediate indagini, invece sembra che tutti abbiano una fretta tremenda di liquidare l'accaduto come "un incidente". La polizia, negando che vi sia stata una colluttazione, arriva a ipotizzare che Francesco - impaurito - abbia scavalcato il muretto del cortile senza rendersi conto che sotto c'era un salto di cinque metri... Ma Francesco conosceva bene quel palazzo e il suo cortile, in quanto ci abitava un suo amico; inoltre era ben strano che il corpo fosse stato trovato in posizione supina, anziché riversa, tipica di chi si lancia, e senza contusioni agli arti, inevitabili quando si effettua un salto volontario da una simile altezza.

Prende così corpo la tragica ipotesi che il corpo di Francesco sia stato gettato, già esanime, al di là del muretto che delimita il terrazzo; tesi avvalorata da altri particolari: innanzitutto il trauma cranico, segno che il peso dell'impatto al suolo si è scaricato tutto sulla testa; poi le chiavi e il pacchetto di sigarette ancora strette nelle mani: chi pensa di lanciarsi oltre un ostacolo cerca istintivamente di avere le mani libere; infine, la dichiarazione resa da alcuni testimoni che affermano di avere udito: "le grida di un ragazzo, poi alcuni attimi di silenzio... e, infine, un forte tonfo non accompagnato da alcun grido": è difficile credere che una persona possa gettarsi spontaneamente giù da un muro alto cinque metri e non emettere il minimo grido neppure atterrando pesantemente a terra. Che prima di questo tragico epilogo ci fosse stata una colluttazione è dimostrato, poi, dalla chiave piegata rinvenuta tra le dita di Francesco, sicuramente usata come arma di difesa contro i suoi assassini, e dai segni dei colpi subiti riscontrati su tutto il corpo. Il 16 giugno, dopo 19 giorni di coma, Francesco muore e solo allora vengono avviate le indagini. Viene arrestato Stefano Marozza, iscritto al PCI e proprietario della famigerata 850 bianca, il quale cerca di scagionarsi dichiarando che la sera dell'agguato era andato a vedere un film, ma gli inquirenti verificano che il cinema indicato era chiuso... Ciò nonostante, mentre nessuno si preoccupa di verificare chi poteva essere insieme a lui quella sera, qualcuno gli fornisce un nuovo alibi, questa volta "perfetto"; mentre ogni prova e ogni riscontro viene fatto sparire dagli incartamenti.

Anni dopo il giudice, scrivendo la sentenza, dichiara che se non era stato in grado di condannare l'imputato e neppure di fare piena luce sull'omicidio Cecchin, ciò era colpa dei ritardi nelle indagini e del modo di procedere degli investigatori, al punto che il magistrato ipotizza persino di avviare un procedimento nei confronti degli organi di Pubblica Sicurezza.

LUI VIVE.
LUI COMBATTE.

sabato 11 giugno 2011

MANIFESTI PAGATI DAI MILAZZESI

Dopo un breve periodo di assenza causato da vari impegni di tutti i militanti...I RAGAZZI SONO TORNATI ..cattivelli e precisi come sempre..ma andiamo con ordine!


In queste settimane l'attenzione dei media nazionali e non solo,è proiettata su questo benedetto referendum!
Nella nostra cittadina si sono susseguiti in questi giorni vari comizi,più o meno interessanti,qualche manifesto della sinistra estrema,qualche scritta su muri e cassonetti..ordinaria amministrazione..!


A proposito di AMMINISTRAZIONE.Circa due giorni fa,dopo una riunione con il gruppo,mentre ci accingiamo a ritornare nelle nostre dimore,notiamo qualcosa di veramente strano. Negli spazi "istituzionali" dove appunto l'amministrazione dovrebbe informare i cittadini sul proprio operato o su dei bandi o su qualsiasi altra cosa riguardante esclusivamente la" casa comunale",troviamo in bella mostra dei manifesti coloratissimi,bellini dal punto di vista estetico,recanti il seguente slogan:"Difendiamo il presente costruiamo il futuro"..votiamo si al referendum!!


Fin qui nulla di strano,a parte che erano attaccati negli spazi istituzionali nulla di che,sarà qualcuno che li ha messi di "sgamo",niente di allarmante!avvicinandoci però notiamo qualcosa di strano,i manifesti erano firmati dal sindaco..si si..avete capito bene...dal sindaco...e non solo..nella parte superiore c'era in bella vista il logo della città e la scritta CITTA' DI MILAZZO,come se fossero dei manifesti per ricordare qualche data particolare come foibe e shoa,o per promuovere qualche attività patrocinata dal comune.


adesso ci domandiamo...


Può un Sindaco,con i soldi dei contribuenti,pubblicizzare un referendum e tentare di orientare il voto?


NOI PERSONALMENTE CREDIAMO DI NO! 
ancor meno se fatto con i soldi dei cittadini milazzesi!!


PRIMA
 



DOPO