lunedì 28 novembre 2011

Non c'è fango che tenga!


Si è conclusa con la consegna dei viveri alla Popolazione di Saponara il primo step di SOS Emergenza Alluvione a cura di Casaggì Milazzo-Giovane Italia. Due giorni intensi, sabato e domenica scorsi, in cui la sede del centro sociale è stata pacificamente “invasa” da cittadini milazzesi e dintorni,e da decine di militanti che si sono alternati nei turni. Un’iniziativa, fra le tante che per ora popolano le nostre cittadine, per supportare le popolazione alluvionate che ha trovato nella “colletta alimentare” uno degli step. 

Se spesso noi giovani pensiamo di essere certi del nostro presente e del nostro futuro i tristi avvenimenti della settimana scorsa rimettono tutto in discussione e davanti alla disperazione causata dalla furia della natura siamo “costretti” a riscoprire un verbo “fondamentale”: ricostruzione. 

Un esempio di ricostruzione reale è quella che con orgoglio e prepotenza stanno portando avanti gli amici di Barcellona,Saponara e tutti i paesi colpiti dalla furia della natura.Una voglia di normalità, di chiusura di una triste parentesi che permetta ai Cittadini Giovani e meno giovani di tornare a sognare per ricostruire il proprio futuro composto sempre di sogni e aspettative ma in cui tutto è molto più labile e senza certezze in cui ogni giorno è una battaglia che si conclude la sera per riprendere la mattina successiva.

Con la certezza che anche questa tragedia non sia stata invano e che qualcosa ci abbia insegnato (alla faccia di chi ci dà degli imperterriti abusivisti) ci auguriamo che la ripresa sia veloce e assicurando il nostro sostegno, insieme a voi e per voi!





continueremo ad aiutare le popolazioni colpite dall'alluvione.
ogni giorno organizziamo squadre di volontarti.
contattateci per le info!

venerdì 25 novembre 2011

RACCOLTA VIVERI

ALLUVIONE MESSINA
Si potra' donare 1 euro inviando un sms al 45590 da qualsiasi gestore di operatore mobile italiano, dalle ore 19 di oggi, 25 novembre 2011, fino al prossimo 28 dicembre, oppure 2 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa.


giovedì 24 novembre 2011

Il Sud si aiuta da sè, attivati conti correnti pro alluvionati


E' davvero antipatico fare certi paragoni che sono sotto gli occhi di tutti.
Intanto è possibile aiutare le famiglie vittime dall'alluvione versando un contributo sul conto corrente postale n. 11025988, intestato a Comune di Saponara – Servizio di Tesoreria, causale: "Solidarietà famiglie saponaresi alluvionate".

L’Amministrazione Comunale di Barcellona Pozzo di Gotto ha aperto un conto corrente destinato a chi volesse dare un segnale tangibile di solidarietà alla popolazione colpita dalla recente alluvione. È possibile effettuare un bonifico bancario intestato a: “Comune di Barcellona Pozzo di Gotto” con la causale “contributo di solidarietà per gli alluvionati”. Questo il codice Iban dedicato: IT 16 Z 01030 82071 000001 328303.

Anche il comune di Villafranca Tirrena ha attivato un conto corrente bancario a sostegno degli alluvionati del comune tirrenico Messinese. Chi volesse partecipare può effettuare il versamento. Il codice iban è il seguente: IT 34 R 02008 82640 000101 777748.
da infomessina.it

mercoledì 23 novembre 2011

"Pioggia e lacrime nel messinese"


Non c'è stato tempo per rendersene conto. La notte, la pioggia, il fango: 320 mm di acqua. Le strade sono ora torrenti di fango e il fiume Longano ha rotto gli argini causando la caduta di un ponte importante a Calderà nel barcellonese. Il SindacoCandeloro Nania ha chiesto l'intervento di mezzi anfibi e ha fatto chiudere tutte le scuole e le attività commerciali. A Milazzo la situazione non è delle migliori: strade allagate e interi edifici isolati. Stessa cosa a San Filippo del Mela, Giammoro, Olivarella e Merì. Ingenti danni poi nei dintorni di Messina soprattutto aVillafranca e a Saponara. Secondo la Protezione Civile il conto dei morti è salito a 4, tutti a Scarcella, frazione di Saponara. Una tragedia preannunciata in un territorio spesso coinvolto da frane e smottamenti d'ogni tipo. Morto un bambino di 10 anni. Impossibile salvarlo. Uccisa dalla frana anche una ragazza di 24 anni. Sono stati recuperati i corpi senza vita di Luigi, 50 anni, e Giuseppe Valla, di 20, padre e figlio che risultavano dispersi nella frana a Scarcelli. Sembrerebbero esserci altri due dispersi. A Messina il sindaco Buzzanca ha predisposto la chiusura di tutte le scuole. Autostrade chiuse, caselli bloccati. Rete telefonica intasata laddove funzionante. Il caos nel caos. Nessuno si è reso conto dellasituazione reale e globale se non dopo aver sentito la ricostruzione dei fatti al Tg. La velocità del nubifragio che ha isolato anche comunità come Castroreale e Santa Lucia del Mela, è stata imprevedibile. Ciò che però sorprende, ancora una volta, è l'allerta di un territorio che già due anni fa aveva denunciato i problemi annessi alla fragilità delle coste e dei centri vicini ai torrenti. Dopo Genova, i fondi per Gianpillieri erano stati bruscamente interrotti. Pochi giorni dopo assistiamo a una nuova "colata" di fango e morte ancora in evoluzione.

La mancata messa in scena mediatica delle immagini del nubifragio hanno fatto pensare subito a una vacatio informativasopperita solo dai nuovi mezzi di comunicazione come Twitter, Youtube e Facebook, precoci nel dare l'allarme e nel raccontare la catastrofe. Un'informazione nuova, veloce, orizzontale, in grado di sopperire a quel vuoto giornalistico che contamina queste terre. Si sarebbe potuto far di più? L'idea di avere l'occhio di un grande fratello puntato addosso potrebbe far pensare ad una maggiore capacità di coordinamento delle forze in campo? In territori così distanti, limitrofi e spesso isolati, quanto diventa importante la capacità di poter comunicare dall'esterno? Solo il Tg1 e Repubblica sono riusciti ad essere tempestivi nel linguaggio televisivo, riproponendo comunque in larga parte i video comparsi sufacebook. Le redazioni on line sono infatti riuscite a ricostruire il tutto grazie alla capacità degli ascoltatori di divenire ascoltati.

Gli istituti intermedi hegeliani hanno fallito il loro compito nella politica Siciliana dei ribaltoni e si avvia forse un nuovopotere "discorsivo" per dirla alla Habermas, fatto dall'opinione pubblica e dalla poliarchia, magari non necessaria ad assicurare una democrazia forte, ma atta a sviluppare un sistema di coscienza collettiva in grado di indignarsi in tempo reale e di commentare prima che gli opinion leaders nazionali possano anche solo riprendere le facce di chi grida aiuto.
Questa volta il coro è univoco, questa volta l'informazione è civiltà e la politica soffre lo stato vegetale...


di S.Cautela                       





                                                   

martedì 22 novembre 2011

Mentre Milazzo muore!



Nel giorno in cui il Longano esonda e provoca ingenti disagi nella città di Barcellona, la pioggia torrenziale blocca per ore la viabilità di milazzo e soprattutto ci costringe a respirare da quasi 24 ore dei gas probabilmente nocivi alla salute, agli occhi sgomenti della cittadinanza si è presentato l'ennesimo immobilismo e l'ennesima incapacità dell'amministrazione comunale.


Un amministrazione comunale che è stata incapace di monitorare la situazione di pre-allerta sancita dalla protezione civile, un amministrazione che non si è premurata di contattare l'ARPA al fine di monitorare la presenza di gas nocivi nell'aria, un amministrazione che nella figura del sindaco e dell'assessore all'ambiente ha minimizzato il grave problema ambientale, accusando di falso allarmismo chi, spaventato, chiedeva delucidazioni sul maleodorante tanfo.


I milazzesi sono stufi di questo prolungato disinteresse da parte del sindaco e della sua giunta riguardo i problemi ambientali di milazzo; la comunità militante di CASAGGì MILAZZO è,come sempre, in prima fila in questa lotta al disinteresse e alla malapolitica che contraddistinguono fin dalla nascita questa deplorevole amministrazione comunale!

APRI GLI OCCHI!!! LOTTA INSIEME A NOI! 

Casaggì Milazzo.





lunedì 21 novembre 2011

NASCE CASAGGì MILAZZO



Casaggì Milazzo è una comunità militante che agisce in collaborazione col centro sociale di destra "Casaggì Firenze" e la rete degli spazi indentitari italiani all'interno della Giovane Italia, il grande movimento giovanile della destra nazionale e giovanile. Vicino al Popolo della Libertà e alla destra di governo, mantiene una propria autonomia programmatica e militante.


Nella nostra Comunità,potrai creare una rete di individualità unite secondo norma e gerarchica e pratica organica che collaborino e si completino al fine di realizzare un progetto fatto di metapolitica, partecipazione sociale e cultura che utilizzi il partito di riferimento come uno strumento utile all'azione sul territorio, senza cadere in squallidi personalismi. Un progetto concreto e impegnato che non si rinchiuda nei labirinti dell'immobilismo e dell'autoreferenzialità, ma che sia saldo nelle radici e aperto negli obiettivi, fermo al centro e flessibile nella circonferenza.




Ci battiamo per il primato della politica sull'economia, dell'uomo sull'automa, dello spirito sulla materia, della natura sull'artificio, della vita sulla morte, della libertà sull'oppressione, della giustizia sociale sulle oligarchie, della Comunità sull'agglomerato collettivo, della gerarchia sull'assenza di regole, della disciplina sulla superficialità, della fedeltà sul tradimento, della solidarietà sul menefreghismo, del diritto alla proprietà della casa e al lavoro garantito sulla speculazione edilizia e l'usura bancaria, del donarsi sul richiedere, dell'etica sul profitto, della Patria sull'internazionalismo, dell'Identità sulla massificazione, dell'anticonformismo sul pensiero unico, dell'autodeterminazione sull'imperialismo culturale, dello spirito critico sui modelli imposti al gregge, del coraggio sulla viltà, della militanza di strada sul marketing, della Tradizione sul modernismo, dell'Europa dei popoli e delle Patrie sulla Comunità Europea delle banche e dei dazi, dello Stato e della Polis sul mercato, dell'esempio sull'apparenza, del cuore sul portafogli, dell'essere sul sembrare, della lotta sul disimpegno.



Facce al sole e vite d'avanguardia. Così, con le idee che diventano azioni, lanciamo la nostra sfida alle stelle!

mercoledì 16 novembre 2011

IL NOSTRO FUTURO E' NELLE MANI DEI BANCHIERI...


- Monti (premier): consulente Goldman Sachs (ex collega di Draghi,attualmente presidente Banca Centrale Europea gestore delle sorti europee per la crisi)
- Profumo (istruzione): CdA Unicredit
- Fornero (Welfare): CdA Intesa San Paolo
- Passera (sviluppo economico): CdA Intesa San Paolo
- Piero Gnudi (turismo): CdA Unicredit
- Piero Giarda (rapporti parlamento): Banco Popolare
- Fabrizio Barca (coesione territoriale): ex dirigente Banca d'Italia (privata)

domenica 13 novembre 2011

MELONI: ORGOGLIOSA DEL LAVORO FATTO, TORNO ALLA MILITANZA


(ASCA) - Roma, 13 nov - ''Ho scelto di uscire dalla porta principale di palazzo Chigi, e non dal retro. I miei contestatori volevo guardarli in faccia. In ogni caso, preferisco loro a chi si nasconde dietro a un computer. E, se gliela posso dire tutta, non ce l'ho con chi festeggia. Io contro Prodi ho fatto di peggio''. GiorgiaMeloni, in un'intervista al quotidiano 'Il Messaggero', commenta le contestazioni di ieri al governo e tira le somme dei tre anni e mezzo al ministero della Gioventu'. Rimpiange ''di perdere un gruppo di collaboratori splendido, eccezionale. E sono orgogliosa di quello che questo governo ha fatto per i giovani italiani''.

''Non mi vergogno di quello che ho fatto, ne' di quello che ha fatto per questo Paese il mio governo. In ogni caso, quando cadde il governo Prodi seppi organizzare festeggiamenti migliori - ricorda Meloni - con piu' gente e molto piu' tosti di questi ragazzi che ho incontrato uscendo da palazzo Chigi. Quello che non capisco e' cos'ha da festeggiare la sinistra italiana: sta per votare per il governo delle banche e dei banchieri''.

Meloni guarda al futuro: ''Torno a fare politica di parte come sono abituata a fare. Da ministro non si poteva. Daro' battaglia, nel mio partito, il Pdl, e in Parlamento.E ritornero' alla militanza semplice''.

sabato 12 novembre 2011

Onore ai caduti di Nassiriya



Era il12 novembre del 2003 e l’Italia piangeva i suoi caduti in Iraq, 19 tra carabinieri, soldati e civili uccisi in un attacco terroristico a Nassiriya.Sono passati ben 8 anni da quel freddo novembre e noi tutti vogliamo ricordare tutti quegli italiani che con coraggio, con passione e senso di umanità, hanno messo al servizio dell’intera comunità la propria capacità professionale fino a giungere all’estremo sacrificio. Ricordare i nostri caduti,per sopraffare chi,ancora oggi, dalle piazze vigliaccamente grida 10 100 1000 Nassirya,chi vigliaccamente "imbratta" le lapidi commemorative dei nostri eroi.L'Italia,quella vera,sana,orgogliosa,fiera NON VI DIMENTICHERA' MAI

Noi.. non vi dimenticheramo mai,GRAZIE RAGAZZI!!

OGGI PIU' DI IERI...ITALIANI FIERI

venerdì 11 novembre 2011

UN PM è LIBERO?

È stata la notizia clou che ha occupato la prima pagina dei quotidiani la settimana scorsa. Ha infuocato lo schieramento di centro destra. La crisi economica? Renzi? 
Ma no! il riferimento è alle dichiarazioni del Dottor Ingroia durante l’ultimo congresso del PDCI di uno dei pochi comunisti rimasti: Oliviero Di liberto. Durante il suo intervento il Dottor Ingroia, (Pubblico Ministero presso il tribunale di palermo n.d.r.) ha dichiarato testualmente: "La politica con la 'p' minuscola - ha detto Ingroia - chiede alla magistratura di fare un passo indietro. C'è bisogno invece di una politica con la 'p' maiuscola. Senza verità non c'è democrazia. Fino a quando avremo verità negate avremo una democrazia incompiuta. Legalità senza sconti per nessuno, in armonia con i principi costituzionali. Abbiamo bisogno di eguaglianza. Un'Italia di eguali contro un'Italia di diseguali". 
Adesso viene da chiedersi, viste le polemiche scatenate: è GIUSTO che un magistrato faccia queste dichiarazioni in pubblico? 
Per provare a rispondere a questa domanda partiamo dall’art. 21 della nostra costituzione che recita:”Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzi diffusione”.
Questo è l’unico punto fisso di riferimento, la nostra stella polare, come l’ha definita qualche costituzionalista e solo sulla base di questa possiamo giudicare la correttezza del dottor Ingroia.
Prima da studente di giurisprudenza e dopo come militante di un partito giovanile non mi posso accodare alle voci di quanti prendono spunto da questo avvenimento per delegittimare il dott. Ingroia. 
Personalmente non ritengo pregiudizievole il fatto che sia intervenuto presso un congresso politico per la sua attività da Pubblico Ministero anche se da una professionalità del suo calibro ci si sarebbe aspettato un comportamento diverso…
E’ più o meno anche questa la posizione esternata dall’ANM:”politica e giustizia siano divise”.
Vi lascio con una domanda: ha senso scandalizzarsi per delle dichiarazioni, per quanto rilevanti, dopo che in passato una parte della stessa magistratura che oggi in “molti” biasimano, perché quotidianamente “sotto attacco”, delegittimò Falcone e Borsellino? 
a cura di Rocco Vaccarino.

11.11.11 Per non dimenticare.Gabriele vive!

domenica 6 novembre 2011

Il muro che crolla... anche a Milazzo



Quest'anno siamo tornati a Milazzo per ripercorrere con la Giovane Italia il22esimo anniversario dalla caduta del muro di Berlino. Il sit-in messo su dai ragazzi di centro-destra ha visto la partecipazione di nuove leve del gruppo come il neo eletto alla Consulta provinciale degli studentiGabriele Saija (classe 95'!) epresidente del Movimento Nazionale Studentesco per la provincia di Messina (segue intervista a pié di pagina). Nuovi volti e facce conosciute come l'amicoGabriele Italiano, portavoce per la Giovane Italia Milazzo che ha sottolineato l'importanza di celebrare questa giornata con 4 giorni d'anticipo, per raggiungere quanti più cittadini possibile nella serata di sabato "bisogna spiegare alla gente e alle nuove generazioni che non hanno vissuto il 9 novembre di 22 anni fa, quanto sia stato importante vivere la caduta di un muro che non era un semplice insieme di mattoni, ma un simbolo di sangue e violenza per tutta l'Europa divisa comenon mai da più di 50 anni" ha proseguito il portavoce Italiano "abbiamo riscontrato l'interesse di molti cittadini che speriamo aver sensibilizzato in occasione dell'anniversario".

Bandiere, volantini con la storia del muro e i motivi del suo crollo, un grande striscione con la dicitura "Ogni muro" sono le "armi" a disposizione di questa nuova generazione che non osa riscrivere la storia ma vuole ricordarne i fatti. Dopo il crollo si è finalmente iniziato a parlare nel nostro Paese, senza quella velatura e quella trasposizione filo-sovietica tipica del socialismo reale, delle angherie, delle violenze tenute segrete dal e del regime sovietico e dei paesi cuscinetto. La fine di un'epoca che oggi segna l'inizio di una nuova amicizia con l'alleato ritrovato della Russia di Putin, necessario partner nella politica internazionale italiana.

Dunque torniamo sull'argomento due anni dopo quei fatti de La Sapienza cui questo articolo è strettamente correlato. In quell'occasione raccontammo l'atto infame e violento dei compagni contro l'amico camerata Francesco Strano, siciliano anche lui, mentre cercava di promulgare la verità nella facoltà di Scienze Politiche. Oggi in Sicilia e con gli occhi di Roma, mai si è respirata una crisi economica così forte e un allontanamento tra cittadini e le reti istituzionali. Il clima è certamente diverso, a tratti perverso, ma contribuisce forse alla credibilità di una nuova classe politica che si fa largo dal basso (per riprendere il tema di Atreju di quest'anno), dai giovani che sperano nel cambiamento del sistema, oggi da dentro, ieri, nel 68', dal di fuori...





                                         
di Santi Cautela
Salvateletica.blogspot.com

mercoledì 2 novembre 2011

OLTRE OGNI MURO

per ricordare il 22esimo anniversario della caduta del muro di Berlino saremo presenti,sabato 5 dalle 18:00,in via G.Medici -Milazzo-
PER LA LIBERTA' DEI POPOLI,CONTRO IL COMUNISMO

Il Dossier Gheddafi: l'epilogo della Terza Via Africana


Avremmo voluto essere lì quando la notizia della morte di Gheddafi arrivò a Washington, giusto per comprendere l'esposizione in questa guerra degli States, ad oggi, ancora poco chiara. Ah già, noi eravamo lì, quando Hillary Clinton, Segretaria di Stato, esclamò il suo "wow" vedendo le immagini del Raìs prima martoriato e poi ucciso. 

Questa è ancora una volta la storia dei cosiddetti "Stati Canaglia". Anche la Libia avrà così il suo 25 Aprile da festeggiare. E pensare che il capo di al-Qaida in Libia, Abdelhakim Belhadj, è divenuto il governatore militare della Tripoli “liberata” ed è il responsabile dell’organizzazione dell’esercito della “nuova Libia“. Si era detto dei rapporti tra Gheddafi e Bin Ladin, rapporti che non son verosimili neanche come coprotagonisti di un Face/Off panarabo. Si era detto della lotta per la democrazia, ma i media hanno taciuto sui reiterati tentativi di Gheddafi di ripristinarla in questi 42 anni di "dittatura". C'è poi l’ipotetica instaurazione della Sharia, che con la democrazia occidentale non ha molto a che vedere ma non appare una novità, a dire il vero, visti i legami del CNT con i gruppi islamisti radicali, il Qatar e l’Arabia Saudita. Si era parlato di libertà e democrazia anche in Afghanistan, si diceva del burqa alle donne, e delle rappresaglie dei talebani. Si dicevano tante cose dopo l'11 settembre, ma nessuno prima aveva parlato di un rifiuto del regime talebano alla fine degli anni ’90 dell’accordo con la multinazionale Unocal per il passaggio di un gasdotto in territorio afghano. E il petrolio c'entra anche con la Libia.

D'altronde se il Rais ne aveva fatta la seconda potenza africana, è anche perchè la Libia può contare su importanti giacimenti petroliferi, di cui, storia arcinota a tutti, noi italiani traevamo beneficio. Il petrolio la dice lunga anche sullo stanziamento di truppe Nato al confine col Pakistan, terra di transito proprio dell'oro nero verso l'Occidente. Poi c'è il recente intervento della Francia in Costa d'Avorioe l’appoggio USA alla divisione del Sudan, così come lo smembramento della Somalia; ultimo capitolo è l’invio la scorsa settimana di truppe statunitensi in Uganda, ufficialmente per colpire dei gruppi armati somali presenti nel paese. L’Uganda sembra essere attraversata negli ultimi mesi da una rivolta sociale che ha come modello le sommosse arabe. Truppe statunitensi sono presenti anche negli Stati limitrofi: Sud Sudan, Repubblica Centrafricana e Repubblica Democratica del Congo

Di questo non si parla o si parla poco. Si parla tanto di premi Nobel, di risatine e di strette di mano. Guardando al passato ogni tipo di intervento per la civilizzazione si era protratto a sostegno o, piuttosto, a smembramento, di una rivoluzione verso un regime. Eppure in Libia non è andata così. 7 mesi di ribellione per 7 mesi di intervento Nato. La morte di Gheddafi come ultimo sprazzo di questa verità con il bombardamento a Sirte e i ribelli festaioli a sparar il colpo di grazia a un uomo già condannato, senza tribunali di sorte. La sorte a Sirte è chiara: l'eliminazione di un nemico che fu amico che ora non serve più nè per una nè per l'altra causa. Gheddafi fu infatti voluto dall'allora amministrazione Ford, che fu poi invaso dall'amministrazione Reagan che fu poi rivisitato ai tempi diBush e via via sino ad oggi, l'amicizia con Berlusconi e quindi con Putin. 

Poi ci sono due elementi. La corsa verso l'Unione Africana, cui Gheddafi fu eletto Portavoce all'Onu e gli insediamenti indiani in Libia. Due potenze che vogliono diventare super: l'India e la Cina, i loro rapporti con l'Unione Africana, e il ruolo jolly del Rais, tanto utile come coach del luogo d'incontro di culture arabe e culture nere e africane. Unica guaina tra musulmani moderati e fondamentalisti arabi. Non va dato atto solo per questo ma della ripresa economica di un Paese diviso tra tribù e famiglie, terroristi e beduini. L'Africom, gli idrocarburi, i rapporti internazionali decisamente scomodi per gli "Alleati della corsa alla civiltà" fanno abbastanza fumo e abbastanza arrosto. Entrando nello specifico qualora la geopolitica non bastasse a spiegare il liet motiv di una guerra senza casus belliveniamo all'economia libica, una economia poverissima prima che il regime del Colonnello nazionalizzasse le risorse petrolifere, del gas e reinvestisse i fondi così ottenuti nella industria leggera, nella costruzione di case e strade e nell'approvigionamento diretto di acqua in tutto lo Stato attraverso un ramificato fiume artificiale sotterraneo. 

Gheddafi come guida del Paese de facto ma delegando la politica interna attraverso una fitta rete dicomitati e istituzioni territoriali di matrice democratica diretta. Fa sorridere che oggi i ribelli sbandierino i simboli del re Idris, per quel poco che fu monarchia, la Libia fu uno stato povero esuccube di Gran Bretagna e Francia che ne hanno mantenuto le loro basi fino all'avvento della Repubblica sociale di Gheddafi. Fu l'Italia di Giolitti a invadere la Libia nel 1911 non Mussolini che si limitò a mantenere gli insediamenti attivi e a nominare Balbo Governatore di Libia dando ampio spazio alle tribù islamiche e riconoscendone l'autorità, costruendo luoghi di culto musulmani. La cacciata degli italiani dalla Libia è il simbolo sacrificale di uno Stato povero, vissuto come la conditio sine qua non di potenze occidentali dalle facili pretese imperialistiche. 

E nonostante l'attacco americano degli anni 80', nonostante il sostegno ad Arafat in Palestina e al riconoscimento, dopo, dell'esigenza di una Terza Via nel conflitto palestinese, nonostante l'appoggio economico in Irlanda del Nord alle truppe dell'Ira e il sostegno politico a molti dittatori africani, la Libia di Gheddafi è comunque riuscita nel difficile compito di porsi come finestra sull'Occidente in un'Africa sempre più avanguardista rispetto la propria indipendenza. Oggi solo il Giornale, Libero e il Secolo hanno reso onore alle armi per un leader caduto sotto le bombe di invasori opportunisti e non tra le braccia di un popolo che si prepara comunque ad accogliere banche, speculatori e McDonald's oltre che, paradossalmente, terroristi islamici, sotto la nuova ma vecchia bandiera di una Libia monarchica, colonia e canaglia quando più opportuno. E se il Niger accoglierà il figlio di Gheddafi come prosecutore di quel cammino filosofico politico di un'Africa della Terza Via, tra l'Europa e l'Asia panaraba, c'è da chiedersi se il sogno del Colonnello impresso su quel Libro Verdepossa realizzarsi davvero... 

Certo la lettera all'amico Berlusconi, come monito e biasimo per una redenzione totale o parziale (verso quegli invasori che tengono in scacco da Bruxelles anche noi italici), inviata il 5 agostoattraverso canali non ufficiali ci fa capire come noi stessi siamo potuti restare immobili a guardare la disfatta di uno stato libero e oggi solo liberato dalla sua stessa libertà. E se vero è che i carnefici dellanuova Piazzale Loreto Libica siano i figli della tribù di Misurata, discendenti di una stirpe ebraico-turca, da cui tra l'altro discenderebbe anche il sionista Sarkozy, fa sorridere ancora una volta l'immagine beffarda del ragazzino col berrettino degli Yankee che festeggia l'arrivo del BigMac aTripoli. L'ombra sionista, già spettro per Nasser, per Saddam e lo stesso Bin Ladin dai tempi diKennedy, si rifà nello staff barackiano (in realtà Clintoniano) e di Cameron (recentemente riscopertosi ebreo) e dello zingaro ungherese ebreo Sarko... e la storia andrà a ripetersi forse in Uganda, Sudan, Siria, Niger, Pakistan e in ogni covo di grattacieli che potrà render sazio il Leviatano di Washington. Dunque il Rais come Davide contro Golia.
Ci auguriamo che la Libia possa comunque trovare la SUA strada, a differenza del nuovo Iraq e delnuovo Afghanistan perchè dopotutto la sconfitta di un re non è sempre la vittoria di un popolo...  هزيمة الملك ليس دائما انتصار الناس


Santi Cautela
Direttore Salvateletica