lunedì 9 gennaio 2012

Acca Larentia, Palermo ricorda.



Passo lento ma deciso. Pochi ragazzi ma valorosi. Pochi stemmi ma molti significati. Pochi cori ma molto sentiti. La Palermo delle stragi di mafia ha conosciuto invece laPalermo silenziosa delle stragi politiche. Due giorni prima le avvisaglie comuniste. La molotov lanciata sul portone della sezione dell'ex Msi. Un corteo che getta sull'odio comunista l'onore dei morti e della loro presenza, viva come non mai, nellacomunità siciliana missina che ben si sa erigere come asta della bandiera del rispetto.

Saremo stati due centinaia di ragazzi, anche giovanissimi, in molti provenienti ancora dalle scuole. Tante ragazze anche. Partiti da piazza Croce, nel bel centro palermitano, insieme diverse realtà: la Giovane Italia con le sue diverse correnti, che ormai hanno raggiunto il mare siciliano, la Gioventù Italiana, i ragazzi diCasaPound, l'associazione catanese Cervantes, e gli esponenti di TemerariaMente. Tutti insieme, da esempio e da monito a chi non crede nella coesione tra i giovani militanti di destra. Una fiaccolata nera di silenzio e onore. Onore verso Stefano, Franco e Francesco, morti ammazzati quel 7 gennaio del 1978 in quel vile attentato 'brigatista' nella sezione romana di Acca Larentia, vicino Colli Albani. Palermo ricorda. Lo fa per chi non ha potuto, per motivi di sicurezza non ben chiariti, far partire un corteo di tale importanza, nella Capitale.

La quinta città d'Italia invasa da questo fiume di tricolori e ceri illuminati, il volto della gente sorpresa poiché purtroppo in pochi conoscono questa strage così efferata, una delle più violente e significative degli anni di piombo. Nessun politico o esponente in mezzo. Solo i lenti passi della memoria, scortati dalla Polizia e dalla Digos, che temevano il peggio.

Superando Piazza Politeama le scritte demoniache '10, 100, 1000 Acca Larentia', sono state illuminate dalle nostre fiamme. Quei muri hanno rimbombato i nostri cori "Acca Larentia non un ricordo ma una presenza". La gente invisa, paonazza, a tratti addolorata e solidale. Se qualcuno volesse leggere in queste righe il significato di questo corteo (il servizio di TmNews), potrebbe farlo mentre racconto di quel palermitano che mi chiese "cos'è Acca Larentia" e io provai a spiegargli senza scompormi, continuando la marcia a sguardo teso: "L'uccisione di 3 ragazzi romani che credevano nei loro ideali di libertà". Ideali di vita, non di morte, ideali d'amore, non di odio. I nostri passi, sulle loro storie di militanza.

Sono tornati a vivere a Palermo: Stefano, Franco e Francesco. Noi li abbiamo sentiti vicino mentre raggiungevamo ilTeatro Massimo, mentre l'ultima fiaccola illuminava il nostro percorso, mentre il nostro applauso cacciava l'odio antifascista, che qualcuno ha definito "mafia antifascista", dalle strade di Palermo...



Santi Cautela