lunedì 28 febbraio 2011

Nel ricordo di Mikis Mantakas



Questa notte,28 febbraio 2011,i militanti di Casaggì Giovinezza-Giovane Italia hanno ricordato Mikis Mantakas,nell’anniversario della morte.Nonostante il freddo pungente,centinaia di manifesti  sono stati affissi davanti a scuole e i luoghi di aggregazione giovanile in tutta la città. 


Il 28 febbraio 1975 si celebra a roma la prima udienza del processo per il rogo Di Primavalle in cui perirono i due fratelli Matteri.Alla sbarra i tre assassini.Nonostante l'indifendibilità di un reato cosi orrendo,tutta la sinistra scende in campo massicciamente in favore degli assassini.La mobilitazione è generale e di fronte al tribunale viene organizzata una manifestazione e alle fine si forma il solito corteo per le vie paralizzare della città.


Da esso si stacca un che assalta la sezione del MSI del rione Prati,al cui interno si trova un piccolo gruppetto di studenti universitari del FUAN in riunione.Gli assalitori sfondano il portone,riescono a penetrare nel cortile interno,ma qui vengono affrontati dagli studenti del FUAN che li respingono nella via.Dal gruppo messo in fuga,però,saltano fuori improvvisamente delle pistole che colpiscono a morte Mikis Mantakas cittadino greco,iscritto all'Università di Roma,da un anno militante del FUAN.Alle 18,45,dopo che ore dall'assalto,il cuore di Mikis cessò di battere.


I responsabili dell'omicidio sono Alvaro Lojacono(ex potere operaio) e Fabrizio Panzieri (extraparlamentare di sinistra poi confluito nelle unità comuniste combattenti).Dopo essersi resi latitanti saranno entrambi condannati in contumacia




C'E' SCRITTO SULLA SABBIA,LO SUSSURRA IL VENTO
MIKIS MANTAKAS PRESENTE

mercoledì 23 febbraio 2011

IN RICORDO DI ENZO FRAGALA'

Ricorre oggi il primo anniversario della brutale aggressione all’avvocato Enzo Fragalà,ex deputato d An, massacrato a bastonate davanti al Tribunale, a Palermo, a pochi metri dal suo studio, e morto all’ospedale Civico dopo tre giorni di agonia.


Alle 20, nel luogo dell’aggressione, il Consiglio dell’Ordine degli avvocati, la Camera Penale ed altre associazioni di legali terranno una manifestazione per ricordare il penalista.
Lo ricordiamo per rendere omaggio a un uomo di Destra, che della legalità e del diritto aveva fatto la propria bandiera nel corso di tutta una vita.


Ed in questo anniversario, ancor di più mi appare inconcepibile che in una società civile e “moderna” un uomo possa essere assassinato in modo così brutale, mentre ancora più grave ci sembra che ad un anno di distanza regni ancora il silenzio sul movente e sull’autore o sugli autori di questo delitto.



A Palermo Nel giorno del primo anniversario della brutale aggressione dell’avvocato Enzo Fragalà, aggredito a colpi di bastone nei pressi del Tribunale e morto dopo tre giorni di agonia, i militanti di Giovane Italia hanno affisso nel centro della città alcuni striscioni con la scritta “Verità e Giustizia per Enzo Fragalà”. Una delegazione dei giovani del Pdl parteciperà questa sera alla commemorazione promossa dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati alle ore 20:00 nel luogo dell’aggressione.

“Oggi ricordiamo – dichiara Carolina Varchi dirigente  nazionale di Giovane Italia – l’avvocato brillante ed il politico coerente ai valori e alle idee delle destra italiana. Non dimenticheremo mai le tante battaglie condotte insieme a lui. Ma soprattutto vogliamo ricordare l’uomo onesto e corretto, dalla innata simpatia. Giovane Italia chiede che sia fatta luce su questo bestiale omicidio per rendere giustizia ad Enzo Fragalà, alla sua famiglia e all’intera città di Palermo.

venerdì 11 febbraio 2011

ONORE A MUBARAK TIGRE D'EGITTO

E’ finita un’epoca. Hosni Mubarak, l’uomo che nel 1981 stava seduto accanto a Sadat mentre l’allora Presidente veniva assassinato, ha deciso di lasciare il potere. Lo ha fatto dopo una notte di negoziati con il Consiglio Superiore delle Forze Armate, con ogni probabilità spaccate al loro interno sulla strada da seguire per il futuro prossimo del Paese. Mubarak lascia dopo un discorso alla Nazione, quello di ieri, in cui il passaggio più convincente e convinto è stato rappresentato dall’affondo contro Barack Obama ed il suo idealismo spicciolo condito da tante e belle parole di incoraggiamento, ma con zero sostanza e nessuna visione del domani. Mubarak ha voluto lasciare un testamento politico che non ammette repliche, che non è contestabilein alcun modo: in trent’anni, l’Egitto ha mantenuto la pace con Israele, è rientrato da trionfatore nella Lega Araba, ha allacciato legami strettissimi con l’Occidente, si è imposto come potenza regionale in grado di reggere sulle proprie spalle i delicati equilibri del Vicino e del Medio Oriente. E nessuno, come ha ribadito il vecchio Rais, potrà mai permettersi di interferire con gli affari interni della Paese arabo più popoloso. Un Egitto che non è satellite di nessuno.

Mubarak, con un colpo di coda, ha dato l’ennesimo schiaffo ad un Presidente che, oltre all’aspetto, ha ben poco per guidare la più grande potenza del Mondo. L’epilogo era scritto, si trattava solamente di valutarne i modi ed i tempi. Mubarak è uscito sulle proprie gambe, con dignità. Alla fine, nonostante quanto si dicesse in Occidente, di repressione se n’è vista ben poca, soprattutto se ci ricordiamo quanto avvenuto due anni fa a Teheran senza che nessuno, a cominciare da Washington, fiatasse. No, non abbiamo visto basij in azione, pasdaran appostati sui tetti a sparare contro i giovani con nastrino verde al polso. Non abbiamo ascoltato le condanne a morte pronunciate da qualche Ayatollah, né un Presidente eletto non si sa ben come che ha intimato al popolo di farla finita. Tutt’altro. In Egitto abbiamo visto soldati che sorridevano, che stringevano mani ai propri connazionali, comportandosi come il loro Comandante Supremo aveva ordinato.

Se negli ultimi trent’anni il Mediterraneo orientale non è sprofondato nel caos e nella guerra, lo si deve soprattutto a quest’uomo, troppo velocemente scaricato senza sapere come sostituirlo. E ora viene il bello, ora finalmente vedremo di che pasta sono fatti i soloni teorizzatori della democrazia a tutti i costi, di coloro pronti a vendersi pur di veder fiorire boccioli di diritti umani. Non è più il tempo delle parole al vento.E’ tempo di agire.
da daw-blog.com

giovedì 10 febbraio 2011

10 Febbraio-GI Giovinezza ricorda i martiri delle Foibe

Il 10 Febbraio si celebra la giornata del Ricordo dei martiri delle Foibe e dell’esodo delle popolazioni di Istria, Fiume e Dalmazia. In tutta Italia, le nostre comunità giovanili, stanno organizzando eventi e manifestazioni,ed anche a Milazzo,venerdì 18,vi sarà una mostra fotografica per ricordare e sensibilizzare i cittadini sull'argomento. Fino ad oggi buona parte della classe politica e del mondo accademico ha tentato di infangare questa storia disconosciuta. Neppure una legge dello Stato gli ha fatto cambiare idea. Ci arrivano segnalazioni di professori che nelle scuole della nostra città si rifiutano di parlare delle foibe agli studenti oppure le giustificano come un regolamento di conti o come una ritorsione per l’occupazione italiana nei territori jugoslavi.Dobbiamo stanare dall’insegnamento chi vorrebbe, per nostalgia dell’internazionale rossa, continuare ad inculcare nella mente dei nostri giovani ideologie che hanno fallito e che sono crollate con il muro di Berlino, quello stesso muro che con la sua caduta ha portato alla storia la verità sui crimini dei regimi comunisti in tutto il mondo.


La comunità militante di Milazzo ricorda i martiri delle foibe e gli esuli istriani giuliani e dalmati
ISTRIA FIUME DALMAZIA NE SLOVENIA NE CROAZIA



martedì 8 febbraio 2011

9 Febbraio 1983 Paolo Di Nella PRESENTE!

Noi purtroppo non siamo ancora un'élite, perché se lo fossimo sapremmo certamente guidare il nostro popolo sulla via nuova. Per ora siamo soltanto delle persone che cercano di essere uomini, uomini e donne che vivono uno stile di vita autentico; ma per essere degli uomini nuovi non basta credere in determinati valori, è necessario viverli e temprarli nell'agire."
 - PAOLO DI NELLA -
09.02.1983 - 09.02.2011

domenica 6 febbraio 2011

Firenze:A MIGLIAIA PER RICORDARE I MARTIRI DELLE FOIBE

IL VIDEO DEL GRANDE CORTEOhttp://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=j_5alN3ZB4w





Sabato 5 febbraio 2011, a Firenze, è stata scritta una pagina di storia. In una città che l’oltranzismo progressista sbandiera come propria roccaforte, diverse migliaia di persone hanno sfilato sotto le insegne tricolori per ricordare i martiri delle foibe e gli esuli istriani, giuliani e dalmati.

Hanno sfilato silenziosi e composti, in un numero che questa città non aveva mai conosciuto nella manifestazioni promosse dalla destra politica. Hanno sfilato emozionati, quasi increduli nel guardarsi attorno e vedere quante cose sono cambiate in questi anni. Ciò che un tempo era tabù è oggi una realtà concreta, viva, reale. La memoria di chi è stato ucciso senza colpa non è più relegata ai margini, ma sta entrando a far parte del vissuto quotidiano di un popolo, come hanno testimoniato le decine di tricolori sventolate al nostro passaggio da finestre e balconi.

La commozione dei sopravvissuti all’esodo e dei familiari delle vittime assassinate dai partigiani comunisti titini si è unita a quella delle migliaia di cuori liberi che spontaneamente hanno risposto al richiamo della piazza. C’erano davvero tutti: generazioni di militanti fianco a fianco, famiglie coi bambini per mano, giovani e giovanissimi in prima fila, cittadini ed esponenti politici di ogni livello. In piazza non c’era una fazione riottosa o una costola di partito: c’era il popolo in tutte le sue sfumature.

Il richiamo di Casaggì, che come ogni anno ha lanciato il corteo risvegliando Firenze dal solito torpore, ha trainato tutto e tutti. Ed è stato un fiume in piena, di quelli che difficilmente si dimenticano. Le minacce cadute nel vuoto ed i contro cortei con un decimo dei nostri partecipanti, poi, sono la ciliegina sulla torta di una giornata memorabile.

Una giornata partecipata e fitta di gente, ma che è stata resa possibile da chi si è letteralmente sacrificato alla causa per un mese intero tra volantinaggi, affissioni, assemblee, conferenze, riunioni, manifestazioni, dibattiti e azioni di propaganda.

Una giornata resa possibile dalla partecipazione delle migliori realtà identitarie che questa Toscana non conforme ha messo in piedi: trasversalmente e con il migliore spirito di sempre. Un grazie, ovviamente, ai militanti di Casaggì, ai ragazzi della Giovane Italia, di Studenti per le Libertà, di Azione Universitaria, di CasaPound, Colle Oppio e Nes; ai tanti fratelli che popolano che questa grande Comunità di destino e di lotta; a chi non ha mai mollato un metro e non ha mai chiesto niente, donando sé stesso a qualcosa di più grande. Un grazie, infine, a Giorgia Meloni e Anna Grazia Calabria, che ci hanno onorati della loro presenza e delle loro parole.

Una bellezza terribile è in marcia, con buone gambe e una tremenda voglia di camminare.

Sursum corda!



AVANTI CASAGGì