martedì 10 aprile 2012

Contro la crisi dei valori: aristocrazia spirituale e costruzione dell'Uomo Nuovo



La Rivoluzione che auspichiamo non è un qualcosa di esclusivamente materiale, non è una semplice teoria economica nè un'equazione matematica, ma ha le caratteristiche di un rinnovamento spirituale dell'uomo, che deve smettere di essere semplice “prodotto della terra” (Homo deriva infatti da Humus, cioè “terra”), deve tendere ad essere Vir, cioè essere virile dotato di virtù.

In un'epoca dove tutto inneggia ad una sdolcinata pace, senza contrasto alcuno, in cui ogni giorno scorre uguale, appiattito su di una monotona esistenza borghese, dove bene e male tendono ad avvicinarsi fino ad intrecciarsi e in un'Italia dove si è perso qualsiasi slancio, dove l'avere vale più dell'essere, l'individualismo ha sconfitto l'organicismo e l'arrivismo lo spirito di sacrifcio, noi auspichiamo il rinnovamento spirituale dell'uomo.

Un uomo nuovo che dev'essere scudo e spada di questo popolo tradito e umiliato, portatrice di quei valori etico/morali (lealtà, onore, volontarismo, solidarietà, spirito di sacrificio) alla cui mancanza si deve il collasso della Patria, guerriero e militante in contrapposizione al pessimismo di facciata che nasconde invece l'affarismo, l'arrivismo, la voglia di vita lussuosa, comoda, e "da caffè". Il credere in un'entità divina, qualunque essa sia, è condizione fondamentale: il materialismo, il pensiero debole e il positivismo, rei di aver provocato e forzato la "normalizzazione" dell'uomo, di aver indotto allo spirito borghese e di aver concimato il seme dell'invidia, dell'individualismo e dell'egoismo, vanno di pari passo con l'ateismo.

Solo un'aristocrazia spirituale (formata da tutti gli uomini che sceglieranno di vivere secondo virtù), ne siamo consapevoli, potrà salvare la Patria dalle forze centrifughe del male. L'uomo nuovo difatti, che sacrifica tutto il suo essere per la comunità, si incarna con la figura del militante: ossia colui che dedica il proprio tempo ad azioni che, costando sacrificio e non portando alcun ricavo personale, costituiscono l’arma migliore contro questa esistenza fatta di egoismi, viltà e di “uomini” che si confondono ormai con le rovine di questo mondo che cade a pezzi. Sicuramente la militia non è la vita spesa nelle discoteche, o negli scontri tra tifoserie negli stadi, come non c’è eroismo nel correre in auto il sabato sera, e tantomeno c’è dignità in una vita fatta di vuote parole, di pigrizia o di timore per i propri interessi, di qualunque genere essi siano. Sono tutti casi – seppur diversi – in cui ci si agita come trottole impazzite o si è statici come cadaveri, che è lo stesso.Valga dunque, oggi come ieri, il senso ed il significato degli antichi miti. Oggi come ieri, divenire esempio attraverso il quale tramandare i valori della stirpe e l’eredità degli avi è pertanto il nostro dovere. A noi, e a noi soltanto, spetta compierlo, mantenendoci saldi in questo mondo di rovine.

Anthony La Malfa