Il ritorno del
consiglio comunale oltre ad aver annullato gli effetti della dichiarazione di
dissesto ha premiato la perseveranza di alcuni consiglieri che, incuranti dei
falsi proclami provenienti dal palazzo, hanno portato avanti il loro ricorso
passando due volte per il Tribunale Amministrativo Regionale, due volte per il
Consiglio di Giustizia Amministrativa. Figura significativa in questo lungo
iter processuale è stata quella dell’avvocato amministrativo Marcello Scurria,
che abbiamo intervistato in qualità di esperto in materia e che
ha assistito legalmente i consiglieri nei ricorsi presentati per
far valere le ragioni degli stessi
opposte a quelle del Sindaco sulla dichiarazione di
fallimento dell’ente.
Avvocato, quali sono i rimedi che la
legge prevede da adottare per evitare lo stato di dissesto?
Prima del D.L. 174/12, poi convertito con
la L. 213/12, non era prevista alcun alternativa alla dichiarazione di dissesto
finanziario degli Enti locali. Con la c.d. legge salva-comuni, invece, il Legislatore, dopo anni di
silenzio, verosimilmente recependo le fortissime sollecitazioni provenienti
dagli enti territoriali, ha finalmente compreso che il dissesto non risolveva i
problemi finanziari (è lungo l’elenco dei Comuni dissestatinche nonostante le cure continuavano a restare in una
situazione di criticità). Si è compreso, in estrema sintesi che gli Enti locali
non riuscivano a riequilibrare i bilanci facendo fronte, esclusivamente, con le
entrate proprie. Da qui l’idea di del prestito decennale che fa respirare le asfittiche
casse comunali. Un ulteriore segnale positivo, poi, è rappresentato dalla legge
che consente agli Enti locali di far fronte ai propri debiti mediante un mutuo
trentennale con la Cassa depositi e prestiti. In conclusione, seppure sotto forma di prestiti, lo Stato ha finalmente aperto i
rubinetti per consentire agli enti locali di uscire, seppure gradualmente, da
conclamate situazioni di crisi finanziaria.
Il dissesto è stato annullato, l’amministrazione comunale ad oggi non ha revocato i
provvedimenti adottati durante la fase del dissesto(aumento
tariffe,Imu,tasse locali e altro)è legittimo ciò?
Tutti i provvedimenti amministrativi, in
linea di principio, possono essere annullati in autotutela. Credo, per quanto riguarda
questi provvedimenti il Consiglio Comunale, in via preliminare, dovrà
verificare se sussistono le condizioni per aderire nuovamente al piano
decennale di riequilibrio (la deliberazione è stata già approvata nel dicembre
del 2012 ma liter, com’è noto, è stato interrotto dalla
dichiarazione di dissesto ad opera del Commissario prefettizio.
Un ente dichiarato dissestato quale
conseguenze causerà alla comunità?
Le conseguenze sono disciplinate dalla
legge. Tra le tante, quella che Comune che va in dissesto non può contrarre
mutui. L'ente locale non può impegnare per ciascun intervento somme
complessivamente superiori a quelle definitivamente previste nell'ultimo
bilancio approvato, comunque nei limiti delle entrate accertate. I relativi
pagamenti in conto competenza non possono mensilmente superare un dodicesimo
delle rispettive somme impegnabili, con esclusione delle spese non suscettibili
di pagamento frazionato in dodicesimi. Le aliquote e le tariffe di base vengono
innalzate nella misura massima consentita.
Tutti i comuni d’Italia si sono avvalsi della legge
emanata da Monti (salva comuni) lamministrazione comunale ha
preferito dichiarare il dissesto (annullato oggi) quali danni ha
prodotto medio tempore alla comunità?
E' stato perso del tempo prezioso!
La legge antidissesto è la soluzione dei problemi degli Enti
locali in difficoltà. Finalmente lo Stato ha compreso che era inutile far
dichiarare il dissesto agli enti locali. Da circa 10 anni lo Stato impediva di
poter far fronte ai debiti mediante un mutuo ventennale a totale carico dello
Stato. I Comuni e le Province dovevano trovare i soldi vendendo tutto ed
aumentando le tasse al massimo. Un tunnel dal quale difficilmente si usciva!
Alla luce del Dlg 35/13 il comune quale
opportunità ha perso?
Il Comune di Milazzo, per quanto mi è dato
sapere, ha già usufruito dei benefici del DL 35/13. Resta da verificare, tenuto
conto della sospensione della deliberazione di dissesto, se può ulteriormente
integrare la domanda anche per i debiti precedentemente esclusi a causa della
dichiarazione di dissesto. A mio parere è possibile e ciò giustificherebbe la
riapprovazione del piano decennale di riequilibrio (salva-comuni). Quello che
prima doveva essere restituito in dieci anni con il D.L. 35/13 potrà essere
restituito in 30 anni. La soluzione dei problemi.
a cura della redazione di InformAzione Milazzo