martedì 23 aprile 2013

Contro le antenne Muos a Niscemi un fronte trasversale di popolo a difesa della salute



Ormai tutto è deciso. Stando agli impegni presi dal governo italiano con l’amministrazione Usa sin dal 2005, sarà nel comune di Niscemi (Cl) una delle quattro aree che dovrà ospitare il Muos, la mega antenna che guiderà la rotta, durante le azioni di guerra, dei fantascientifici droni, gli aerei senza pilota in dotazione alle forze armate americane. I lavori d’installazione del Mobile User Objective System dovranno essere ultimati entro e non oltre il 2013. Sono però in pochi, fra gli oltre venticinquemila abitanti del comune a metà strada tra Caltanissetta e Gela, a volere vedere sopra le proprie teste le tre antenne circolari alte fino a 150 metri.
I rischi per la salute sarebbero“altissimi i rischi ”. L’allarme è di due ricercatori del Politecnico di Torino: “L’entrata in funzione dei trasmettitori del Muos – secondo le rilevazioni di Zucchetti e Coraddu- avrà come conseguenza un incremento del rischio di contrarre vari tipi di disturbi e malattie, tra cui alcuni tumori del sistema emolinfatico, come evidenziato in numerosi studi epidemiologici”.
Ad unirsi a questo allarme, ultimo in ordine di tempo, è il neo-presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, che ha annunciato la revoca delle autorizzazioni per i lavori d’installazione delle mega antenne, facendo esplodere il caso a livello nazionale: “Vogliamo tutte le garanzie per la tutela della salute dei cittadini”, ha fatto sapere il titolare di Palazzo d’Orleans, sede della presidenza regionale. Una decisione presa senza avvertire il Presidente del Consiglio Mario Monti, in piena adesione con quello spirito “rivoluzionario” che, a detta dello stesso Crocetta, dovrebbe contraddistinguere la sua azione amministrativa.
La questione stavolta è davvero seria. Se non è esplosa la “crisi diplomatica”, poco ci manca. Infatti, l’ambasciata americana a Roma ha espresso immediatamente il proprio dissenso. Con linguaggio asciutto, il governo Obama ha fatto arrivare un monito lapidario: “L’Italia trarrà un beneficio dal Muos”. Una tirata d’orecchio che non ammette fraintendimenti: un salto nel passato che rammenta le logiche dello scontro glaciale tra Usa e Urss.
La storia delle proteste anti Muos non nasce però oggi. I dissapori contro l’installazione delle mega antenne vengono da lontano. Un fronte assolutamente vario e popolare, ma nella sua dialettica trasversale. Il comitato “No Muos”, vicino all’area della sinistra antagonista, è infatti nato già nel febbraio del 2009. Ma l’ultima iniziativa in ordine di tempo è soltanto di pochi giorni fa. Nella notte tra giovedì e venerdì, infatti, gli aderenti al “No Muos” hanno tentato di bloccare quattro camion e due gru, scortati dalle forze dell’ordine, diretti a Niscemi per i lavori di costruzione delle antenne. Stando alla testimonianza degli attivisti, a margine dei blocchi ci sarebbero stati dei tafferugli con i militari dell’Arma dei Carabinieri. Ma a prendere parte al fronte delle proteste ci sono pure gli attivisti dell’area non-conforme che nel settembre del 2012 ha fondato il comitato TerraNostra, sigla che riunisce attorno a sé alcune realtà del panorama identitario siciliano. Fra queste lo Spazio Libero Cervantes di Catania, la sezione palermitana di CasaPound, la Tana dei lupi di Vittoria, ma anche la Giovane Italia, l’organizzazione giovanile del Pdl. Convergenza che di per sé rappresenta già una novità politica a destra, luogo politico dove l’opportunità di “fare rete” ha suscitato sempre parecchi distinguo.
Esiste pure una notizia nella notizia. Infatti, è a margine della giornata di mobilitazione indetta contro il Muos nella città di Niscemi per giorno 5 di ottobre dello scorso anno, che sarebbe esploso un piccolo “giallo”. A rendersene protagonista è la Questura di Caltanissetta, che, a poche ore dal corteo cittadino, ha fatto recapitare un provvedimento di “diffida” ai responsabili del comitato TerraNostra” per presunti motivi di “ordine pubblico”. Iniziativa che ha suscitato uno vasto fronte di polemiche. In primo luogo quelle degli aderenti al Comitato, che si sono dati appuntamento a Caltanissetta, in contemporanea alla manifestazione di Niscemi, per protestare contro l’atto a firma del Questore nisseno. Una iniziativa choc che ha visto gli attivisti di Terra Nostra sfilare imbavagliati lungo le vie del centro di Caltanissetta, per denunciare quella che – ha detto loro- ha avuto tutto il sapore di un “provvedimento liberticida”.
In difesa del Comitato è arrivata pure l’iniziativa del parlamentare Pdl Basilio Catanoso, che ha presentato alla Camera dei Deputati una interrogazione a risposta scritta al Ministro dell’Interno Cancellieri, per verificare se dietro all’iniziativa del Questore nisseno sia ravvisabile una qualche “violazione dell’articolo 17 della Costituzione italiana”, articolo dove viene sancito a chiare lettere il diritto inalienabile per tutti i “cittadini di riunirsi pacificamente e senz’armi”.
 di Fernando M. Adonia (barbadillo.it)