"Avete
votato anche voi dei rappresentanti, occupate insieme a noi!" Sembra la scena di un tempo lontano,
quando i muri dividevano due mondi ideologicamente contrapposti, invece no.
Accade ieri, nel Liceo Classico e Scientifico Impallomeni di Milazzo,
nell'atrio che dà sull'Istituto Industriale. C'è un grosso muro di cemento che
divide gli "umanisti" dai "chimici". I primi sono sulla testa di ponte di una
protesta che va avanti da sabato 24 novembre, data in cui il corteo degli studenti ha contrapposto le idee
rivoluzionarie alle logiche del Governo
dei Burocrati. Giovinezza contro fermezza, dinamite contro muri. Siamo
sempre lì, da una parte i giovani e il loro futuro, dall'altra la casta e il
passato, quello che non cambia e che anzi, peggiora.
Abbiamo ascoltato le motivazioni di Giuseppe Cortese, Aldo Ponticorvo, Felipe De Oliveira, tutti giovanirappresentanti di Istituto allo Scientifico e Giuseppe Isgrò per la Consulta provinciale, e Gabriella Ruggeri per il Classico. Ci accolgono a braccia aperte appena diciamo di essere giornalisti, hanno voce e cori pronti da tirare fuori, per la carta stampata e per le istituzioni "andremo avanti ad oltranza fino a quando non avremo voce in capitolo" le motivazioni sono poi le stesse che hanno spinto gli studenti a protestare a Roma davanti le sedi del Senato lo scorso venerdì. Il precariato, l'antipolitica, i tagli alla scuola. Questa volta però è diverso. Stavolta la politica è messa da parte, così ci è parso. Non ci sono slogan contro, ma solo pro. "Stiamo rispettando la volontà degli studenti - e ci mostrano le aule sopra, rimaste libere, a disposizione di chi vuol fare lezione - e anche dei professori" e quando chiediamo chi li sta appoggiando, l'intento è quello di scoprire tentativi di pressioni "esterne" loro, decisi, rispondono "siamo soli, lo abbiamo voluto noi ma abbiamo tutti contro".
La Preside dell'istituto, Caterina Nicosia, si è subito insospettita cacciandoci nell'atrio fuori. "l'atmosfera come potete vedere è molto tesa, presidi, professori, genitori, polizia. Siamo sorvegliati costantemente". Sembra che un appoggio timido lo abbiano avuto solo dal personale Ata, già depauperato più volte dalla spending review. I ragazzi del classico vantano inoltre di non aver causato disordini di alcun tipo, nonostante siano l'unico istituto milazzese, faro di una protesta sempre più nervosa e a tratti scomoda. In molte aule ci mostrano laboratori di dibattito, corsi, ripetizioni che tentano di coinvolgere soprattutto i professori, serrati nelle proprie stanze, storicamente, avversi a proteste di questo tipo.
Tentiamo di capire se intromissioni politiche ci siano state in questi giorni, ma è il giovane Giuseppe Cortese a specificare come OggiMilazzo abbia travisato il riferimento di una nota inviatagli "Studenti e studentesse di Milazzo, insieme ai compagni e alle compagne di tutta Italia, alzano la voce contro i tagli, la dequalificazione e l'austerity: l'obiettivo è riprendersi le scuole e i luoghi dove gli studenti producono ricchezza ogni giorno." Quel compagni e compagne aveva scatenato diverse domande e perplessità "compagni di classe, si intendeva" conclude il giovane Cortese.
Oggi la protesta si è spostata davanti il Comune. Ci raccontano che oltre 500 studenti sono stati ascoltati dal Sindaco per le relative questioni dei tagli alla scuola. Scuola che, ci dicono, è fatiscente soprattutto laddove mancano strutture adeguate. Al classico, per esempio, i bagni di sopra sono diventati promiscui. Allo Scientifico, invece, istituto corporato sotto il nome di Giovan Battista Impallomeni, giurista milazzese impegnato in diverse riforme, le lezioni continuano regolarmente, ma gli studenti solidarizzano e partecipano numerosi spostandosi da Via Valverde in cerca anche loro di un riscontro.
Una storia divisa da un muro, finita in un grande spazio libero, dove la protesta e la rivoluzione hanno trovato la sintesi nell'ordine, nella cultura e in una grande lezione di politica giovanile "noi, credevamo..."
di Santi Cautela
Abbiamo ascoltato le motivazioni di Giuseppe Cortese, Aldo Ponticorvo, Felipe De Oliveira, tutti giovanirappresentanti di Istituto allo Scientifico e Giuseppe Isgrò per la Consulta provinciale, e Gabriella Ruggeri per il Classico. Ci accolgono a braccia aperte appena diciamo di essere giornalisti, hanno voce e cori pronti da tirare fuori, per la carta stampata e per le istituzioni "andremo avanti ad oltranza fino a quando non avremo voce in capitolo" le motivazioni sono poi le stesse che hanno spinto gli studenti a protestare a Roma davanti le sedi del Senato lo scorso venerdì. Il precariato, l'antipolitica, i tagli alla scuola. Questa volta però è diverso. Stavolta la politica è messa da parte, così ci è parso. Non ci sono slogan contro, ma solo pro. "Stiamo rispettando la volontà degli studenti - e ci mostrano le aule sopra, rimaste libere, a disposizione di chi vuol fare lezione - e anche dei professori" e quando chiediamo chi li sta appoggiando, l'intento è quello di scoprire tentativi di pressioni "esterne" loro, decisi, rispondono "siamo soli, lo abbiamo voluto noi ma abbiamo tutti contro".
La Preside dell'istituto, Caterina Nicosia, si è subito insospettita cacciandoci nell'atrio fuori. "l'atmosfera come potete vedere è molto tesa, presidi, professori, genitori, polizia. Siamo sorvegliati costantemente". Sembra che un appoggio timido lo abbiano avuto solo dal personale Ata, già depauperato più volte dalla spending review. I ragazzi del classico vantano inoltre di non aver causato disordini di alcun tipo, nonostante siano l'unico istituto milazzese, faro di una protesta sempre più nervosa e a tratti scomoda. In molte aule ci mostrano laboratori di dibattito, corsi, ripetizioni che tentano di coinvolgere soprattutto i professori, serrati nelle proprie stanze, storicamente, avversi a proteste di questo tipo.
Tentiamo di capire se intromissioni politiche ci siano state in questi giorni, ma è il giovane Giuseppe Cortese a specificare come OggiMilazzo abbia travisato il riferimento di una nota inviatagli "Studenti e studentesse di Milazzo, insieme ai compagni e alle compagne di tutta Italia, alzano la voce contro i tagli, la dequalificazione e l'austerity: l'obiettivo è riprendersi le scuole e i luoghi dove gli studenti producono ricchezza ogni giorno." Quel compagni e compagne aveva scatenato diverse domande e perplessità "compagni di classe, si intendeva" conclude il giovane Cortese.
Oggi la protesta si è spostata davanti il Comune. Ci raccontano che oltre 500 studenti sono stati ascoltati dal Sindaco per le relative questioni dei tagli alla scuola. Scuola che, ci dicono, è fatiscente soprattutto laddove mancano strutture adeguate. Al classico, per esempio, i bagni di sopra sono diventati promiscui. Allo Scientifico, invece, istituto corporato sotto il nome di Giovan Battista Impallomeni, giurista milazzese impegnato in diverse riforme, le lezioni continuano regolarmente, ma gli studenti solidarizzano e partecipano numerosi spostandosi da Via Valverde in cerca anche loro di un riscontro.
Una storia divisa da un muro, finita in un grande spazio libero, dove la protesta e la rivoluzione hanno trovato la sintesi nell'ordine, nella cultura e in una grande lezione di politica giovanile "noi, credevamo..."
di Santi Cautela