venerdì 11 maggio 2012

Raccolta firme contro lo strapotere di "equitalia".Per saperne di più



Domenica 13 Maggio,dalle 17:00 saremo in via medici per promuovere una raccolta firme contro lo strapotere di "Equitalia".Di seguito una serie di domande e risposte per saperne di più.

Che cos’è questa proposta di legge?
E’ una proposta che mira a far modificare alcuni articoli del Decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 1973 che regola l’attività di riscossione delle imposte da parte degli enti pubblici.
A cosa mira questa proposta?
Mira a porre alcuni paletti invalicabili all’attività di riscossione esercitata da Equitalia. In particolare si tratta di stabilire un importo minimo sotto al quale non può essere pignorata l’abitazione principale ad un cittadino, si tratta di impedire che alle imprese vengano pignorati i beni utilizzati nell’attività lavorativa oppure che vengano pignorati tutti i crediti. Teniamo a precisare che questa non è una legge “contro” Equitalia ma una legge che ponga un minimo di freno allo strapotere di Equitalia nei confronti di cittadini che, in anni di grave crisi economica come questa, possono aver accumulato dei debiti e che rischiano pure di vedersi portare via la casa o di dover chiudere l’azienda.
Per quali motivi volete porre questi paletti?
Perché se è giusto e doveroso pagare le tasse così come stabilito dall’art. 53 della Costituzione è altrettanto giusto tutelare il diritto alla proprietà dell’abitazione sancito dall’art 47 comma 2 e il diritto al lavoro garantito dagli articoli 4 e 25. E’ necessario che tutti questi principi costituzionali vengano conciliati tra loro. Inoltre lo consideriamo necessario per impedire ad Equitalia dei veri e propri abusi (come successo a Genova dove sono stati rinviati a giudizio i funzionari ed i dirigenti della società) e per garantire che le imprese possano continuare la propria attività nonostante i debiti: se per pagare le imposte arretrate viene tolto ad un agricoltore il trattore come farà a mandare avanti la propria impresa? Oppure se vengono pignorati tutti i crediti dell'impresa come farà questa a fare fronte anche ai più minimi adempimenti periodici?
Quali sono questi paletti?
Per quanto riguarda l’abitazione del debitore questa non potrà essere oggetto di azioni esecutive per debiti inferiori al 30% del valore dell’immobile determinato sulla base della Banca Dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI) tenuta dall’Agenzia del Territorio e comunque non inferiore, in valore assoluto, a 20.000 euro. Per quanto riguarda, invece, i beni strumentali all’impresa deve essere prevista l’assoluta impignorabilità degli stessi, mentre per i crediti dell'impresa vantati verso terzi Equitalia potrà effettuare il pignoramento fino al massimo del 20% dell'importo totale. Se togliamo alle aziende gli strumenti per produrre reddito, oppure togliamo tutti i crediti e quindi l'intera liquidità futura, rischiamo solo di far finire in strada l’imprenditore e i suoi dipendenti. Tra l’altro, nel caso delle abitazioni pignorate e poi cedute all’asta si andrebbero anche ad ingrassare le tasche dei soliti avvoltoi che alle aste immobiliari acquistano gli immobili al 30-40% del valore effettivo. Un doppio insulto alle famiglie ed alle persone in difficoltà economica.
Cosa intendete per abitazione del debitore?
Intendiamo l’abitazione principale del debitore, cioè quella presso la quale ha la residenza. Quella, e soltanto quella, deve godere delle garanzie previste dalla nostra proposta di legge. Se possiede altre case quelle non potranno essere tutelate e quindi rientreranno nella vecchia normativa che regola la riscossione delle imposte.
Cosa intendete per beni strumentali?
Intendiamo tutti quei beni impiegati direttamente nell’attività dell’imprenditore al fine di produrre reddito: l’auto per l’agente di commercio, il trattore per l’agricoltore, la betoniera per l’imprenditore edile, il forno per il fornaio ed il pizzaiolo. Questo solo per fare alcuni esempi. Ovviamente non rientrano in questa categoria i beni che costituiscono l’oggetto dell’attività dell’impresa: un imprenditore edile avrà il diritto alla non pignorabilità del capannone che utilizza per magazzino, ma se ha in bilancio alcuni appartamenti ancora da vendere questi saranno pignorabili, così come un calzaturificio che non si vedrà pignorare le macchine che compongono la manovia ma potrà vedersi pignorare le scarpe che conserva in magazzino in attesa di essere vendute. La nostra proposta di legge comunque rimanda al Ministero dell’Economia e Finanze la determinazione, nello specifico, di ciò che si intende per beni strumentali per ogni tipo di attività, anche perchè non è sufficiente che un imprenditore iscriva in bilancio un bene per considerarlo automaticamente come strumentale, altrimenti ci troveremo col dentista che considera strumentale alla propria attività la Ferrari o la barca a Porto Cervo. Si tratta solo di beni strettamente necessari per la prosecuzione dell'attività d'impresa.
Perchè proponete un limite alla pignorabilità dei crediti verso terzi?
Perchè i crediti altro non sono che liquidità differita per l'impresa. Quando equitalia pignora tutti i crediti mette l'impresa in uno stato di insolvenza verso i fornitori, i dipendenti e lo Stato stesso. In pratica l'anitcamera del fallimento.
Perché Casapound Italia non dovrebbe essere considerata dalla parte degli evasori con questa proposta?
Perché CasaPound ritiene che la lotta all’evasione fiscale sia una questione di emergenza nazionale. Ma non per questo Equitalia può essere autorizzata ad “azzannare” qualsiasi bene di cittadini ed imprese, perché per incrementare le entrate erariali si rischia di danneggiare irrimediabilmente il tessuto economico e sociale nazionale. Riteniamo inoltre che debbano essere perseguiti, senza tregua e senza pietà, i grandi evasori cioè coloro che devono allo Stato più di 500.000 euro. Che poi sono quelli che usano tutti i metodi più subdoli per non pagare: società in paradisi fiscali, partecipazioni incrociate, utilizzo di scatole cinesi societarie, abusi del diritto, esterovestizioni ecc. ecc. Proprio per questo chiediamo che la percentuale pagata ad Equitalia sugli incassi nei confronti dei grandi debitori debba essere molto più alta rispetto a quello sui piccoli incassi, mentre adesso è la stessa per tutti i tipi di credito riscosso.
Anche la revisione della percentuale è prevista nella proposta?
No, perché la percentuale è prevista da una Convenzione che viene firmata da Equitalia con gli enti impositori, in primis l’Agenzia delle Entrate e l’INPS. Però noi richiediamo che in tale Convenzione le percentuali vengano riviste.
Richiedete altri provvedimenti?
Sì. E’ stata paventata l’ipotesi di concedere ad Equitalia il potere di effettuare indagini finanziarie. Quel potere deve restare limitato solo agli organi dell’Amministrazione Finanziaria (Guardia di Finanza ed Agenzia Fiscali) altrimenti rischieremo, in un futuro prossimo, di finire come negli USA dove lo Stato può bloccare i conti correnti bancari senza avvertire il contribuente. Noi siamo contrari a qualsiasi passo in questa direzione.
Cosa ne pensate di quegli enti locali che hanno deciso di avocare a sé le funzioni di riscossione precedentemente delegate ad Equitalia?
Pensiamo che sia solo un sistema per creare nuovi posti pubblici e che, probabilmente, costeranno più di quanto riusciranno a produrre. Perché una struttura adibita alla riscossione costa parecchio, richiedendo funzionari esperti che conoscano a menadito le norme sulla riscossione, avvocati in servizio permanente per le azioni esecutive e collegamenti a banche dati per avere il quadro della situazione patrimoniale dei debitori sempre sotto controllo. Sono dei costi fissi enormi che pochi comuni possono sostenere e coprire interamente con le entrate da riscossione su ruolo. Equitalia invece offrendo il servizio a tutti riesce a svolgere un buon servizio a costi contenuti perché con i grandi numeri realizza delle forti economie di scala ed inoltre è a maggioranza pubblica (il 51% è detenuto dall'Agenzia delle Entrate). Quello che noi chiediamo è che l’azione di Equitalia sia maggiormente regolata a garanzia dei cittadini e delle imprese.