mercoledì 23 novembre 2011

"Pioggia e lacrime nel messinese"


Non c'è stato tempo per rendersene conto. La notte, la pioggia, il fango: 320 mm di acqua. Le strade sono ora torrenti di fango e il fiume Longano ha rotto gli argini causando la caduta di un ponte importante a Calderà nel barcellonese. Il SindacoCandeloro Nania ha chiesto l'intervento di mezzi anfibi e ha fatto chiudere tutte le scuole e le attività commerciali. A Milazzo la situazione non è delle migliori: strade allagate e interi edifici isolati. Stessa cosa a San Filippo del Mela, Giammoro, Olivarella e Merì. Ingenti danni poi nei dintorni di Messina soprattutto aVillafranca e a Saponara. Secondo la Protezione Civile il conto dei morti è salito a 4, tutti a Scarcella, frazione di Saponara. Una tragedia preannunciata in un territorio spesso coinvolto da frane e smottamenti d'ogni tipo. Morto un bambino di 10 anni. Impossibile salvarlo. Uccisa dalla frana anche una ragazza di 24 anni. Sono stati recuperati i corpi senza vita di Luigi, 50 anni, e Giuseppe Valla, di 20, padre e figlio che risultavano dispersi nella frana a Scarcelli. Sembrerebbero esserci altri due dispersi. A Messina il sindaco Buzzanca ha predisposto la chiusura di tutte le scuole. Autostrade chiuse, caselli bloccati. Rete telefonica intasata laddove funzionante. Il caos nel caos. Nessuno si è reso conto dellasituazione reale e globale se non dopo aver sentito la ricostruzione dei fatti al Tg. La velocità del nubifragio che ha isolato anche comunità come Castroreale e Santa Lucia del Mela, è stata imprevedibile. Ciò che però sorprende, ancora una volta, è l'allerta di un territorio che già due anni fa aveva denunciato i problemi annessi alla fragilità delle coste e dei centri vicini ai torrenti. Dopo Genova, i fondi per Gianpillieri erano stati bruscamente interrotti. Pochi giorni dopo assistiamo a una nuova "colata" di fango e morte ancora in evoluzione.

La mancata messa in scena mediatica delle immagini del nubifragio hanno fatto pensare subito a una vacatio informativasopperita solo dai nuovi mezzi di comunicazione come Twitter, Youtube e Facebook, precoci nel dare l'allarme e nel raccontare la catastrofe. Un'informazione nuova, veloce, orizzontale, in grado di sopperire a quel vuoto giornalistico che contamina queste terre. Si sarebbe potuto far di più? L'idea di avere l'occhio di un grande fratello puntato addosso potrebbe far pensare ad una maggiore capacità di coordinamento delle forze in campo? In territori così distanti, limitrofi e spesso isolati, quanto diventa importante la capacità di poter comunicare dall'esterno? Solo il Tg1 e Repubblica sono riusciti ad essere tempestivi nel linguaggio televisivo, riproponendo comunque in larga parte i video comparsi sufacebook. Le redazioni on line sono infatti riuscite a ricostruire il tutto grazie alla capacità degli ascoltatori di divenire ascoltati.

Gli istituti intermedi hegeliani hanno fallito il loro compito nella politica Siciliana dei ribaltoni e si avvia forse un nuovopotere "discorsivo" per dirla alla Habermas, fatto dall'opinione pubblica e dalla poliarchia, magari non necessaria ad assicurare una democrazia forte, ma atta a sviluppare un sistema di coscienza collettiva in grado di indignarsi in tempo reale e di commentare prima che gli opinion leaders nazionali possano anche solo riprendere le facce di chi grida aiuto.
Questa volta il coro è univoco, questa volta l'informazione è civiltà e la politica soffre lo stato vegetale...


di S.Cautela