venerdì 18 gennaio 2013

EUROPA DEI POPOLI, ULTIMA POSSIBILITÀ PER EVITARE IL DISASTRO




L’Europa sta vivendo una crisi senza precedenti, le cui conseguenze potrebbero condurre a scenari molto preoccupanti. La risposta che le istituzioni hanno dato a questa crisi è stato un accentramento dei poteri verso Bruxelles, ma i burocrati non eletti che costituiscono l’anima del potere europeo vivono a migliaia di chilometri di distanza dai problemi locali e sono facilmente influenzabili da grandi gruppi organizzati quali le lobby bancarie.

La conseguenza è stata un uso smodato delle leve finanziarie senza preoccuparsi degli effetti sull’economia reale. Purtroppo questa cura è peggiore del male, equivalente a quei salassi che i medici medievali praticavano ai pazienti e che si concludevano inevitabilmente con la morte del malato. Non ci potrà essere un risanamento finanziario se le aziende avranno smesso di produrre, e se gli unici ad avere ancora un lavoro saranno i dipendenti pubblici.
La vera soluzione alla crisi è rimettere al centro di tutto le persone e le loro attività, e far sì che la finanza sia al servizio della produzione e non viceversa. Un simile obiettivo non potrà mai essere raggiunto dall’Europa attuale, centralizzata, ingessata dalla moneta unica e sommersa dalla burocrazia. L’unica possibilità è invertire la rotta e creare una Europa federalista costituita da nazioni autonome, una vera e propria Europa dei popoli come era stata intesa dai padri fondatori.

In Italia abbiamo esperienza del disastro che sta accadendo in Europa perché lo abbiamo vissuto in prima persona su scala più piccola. L’accentramento dei poteri a Roma e decine di anni di programmi di aiuti massicci al sud non hanno prodotto altro che corruzione e clientelismo, e quando è mancato il motore dello sviluppo globale il sistema è entrato in una crisi irreversibile.
La soluzione, come per tutte le nazioni le cui regioni non sono economicamente omogenee, è il federalismo con una forte autonomia fiscale e politica. I diversi popoli che costituiscono l’Europa sono la sua vera ricchezza, che va sfruttata rendendo ogni popolo autonomo e autodeterminato, con un livello federale non invadente che possa coordinare i progetti di area vasta. Le dimensioni relativamente ridotte delle macro regioni omogenee consentiranno ai cittadini di avere un forte controllo sui politici che vengono eletti: non a caso l’unico modello istituzionale veramente di successo in Italia è quello dei Comuni con l’elezione diretta del Sindaco.

Purtroppo l’euroburocrate Monti ha avuto come prima preoccupazione quella di cancellare in tutta fretta la breve parentesi delle leggi federaliste che erano state faticosamente passate in questa legislatura. Le sue politiche e le politiche dei suoi referenti europei si stanno rivelando un vero e proprio disastro: speriamo che conducano alla sua defenestrazione a furor di popolo e a una inversione di tendenza, facendo arrivare un federalismo in chiave Europea ancora più forte e deciso di quello che è stato cancellato. E’ l’ultima possibilità di salvezza: l’alternativa è l’entrata nel novello medioevo che si sta affacciando sul nostro continente.

da europadeipopoli.com