L'anno volge al termine, le ore di luce si riducono sempre più; la vita non cessa, ma sembra ripiegare su se stessa, perdere slancio. E' un tempo di raccoglimento. Come la terra arata e seminata si richiude sul solco proteggendo il seme dal gelo, anche noi suoi figli ci stringiamo, o dovremmo stringerci, gli uni agli altri; nel tepore delle nostre case e delle nostre comunità, nell'intimo dei raporti più stretti e vivi. Noi e il nostro sangue, linfa e seme futuro. Tornerà il Sole, non promessa ma atto vitale. Nel Solstizio d'inverno la notte stenderà il suo manto sull'intero universo e parrà sprofondarlo nel buio, ma dopo una lotta antica quanto vana, dovrà cedere ancora una volta al Sole Invitcto. In quella notte, noi, non spettatori muti, non piccoli frammenti di tempo in balia del fato, ma legionari serrati a coorte combatteremo la sacra battaglia. I nostri fuochi accesi si uniranno come una moltitudine di schiere ed il Sole vittorioso ci troverà ancora una volta al suo fianco.
Oggi è tempo d'attesa, vigilia d'arme, veglia notturna! Aspettiamo e prepariamo il corpo e lo spirito non mortificando la carne, ma esaltando la mente e il cuore nel fiero e formidabile calore della nostra fratellanza. Noi affiliamo le spade, riborchiamo gli scudi, rinanelliamo gli usberghi. Noi ci guardiamo con fiducia negli occhi limpidissimi della nostra amicizia. Dividiamo la briciola e il calice passiamo di mano in mano. Sereni e forti. Verrà la notte fatidica e la battaglia. Poi canteremo ed urleremo la nostra gioia e danzeremo fra i fuochi morenti mentre l'alba infrange ad oriente.
il ciclope