martedì 5 giugno 2012

Ora scendiamo in campo noi



“Confusione… confusione, mi dispiace!”
Leggendo le prime ANSA mi viene in mente una canzone di Lucio Battisti, nel cui ritornello è racchiuso il mio stato d’animo attuale: confusione. Nella nostra comunità politica, nel nostro partito, nei nostri elettori (ed ex).
Secondo Nietzsche il caos è vita. Anche la paura e il vuoto sono vita. E oggi noi siamo incasinati, impauriti e un pochino vuoti. Non perché la nostra testa sia stata recisa e il nostro cuore asportato, ma in quanto le nostre emozioni e idee navigano a vista, senza più riuscire a diventare progetto continuativo e a lungo termine.
Questo non significa che ci lasciamo andare. Non saranno certamente le sconfitte elettorali ad abbattere il sogno. Ma ci eravamo abituati negli ultimi anni a realizzare questi sogni, farli diventare realtà, non incubi.
Oggi il Popolo della Libertà, dove ci troviamo e da dove vogliamo ripartire, è emblema della crisi, politica e sociale. Il partito ha bisogno di noi e noi abbiamo bisogno del partito, vicendevolmente. Struttura, programmi, sacrificio: la ricetta quasi perfetta per rimettere sui binari un treno deragliato oramai da molti mesi.
E’ necessaria un’iniezione di coraggio e di impegno disinteressato. Non sappiamo più parlare al popolo delle partite IVA, non siamo in grado di chiedere l’abbattimento delle tasse e il relativo taglio della spesa, non siamo nelle condizioni di gestire una nuova classe dirigente fresca e grintosa, che cerca di farsi spazio nelle reti di un partito che ha ancora il peggio della prima e della seconda repubblica.
Oggi Parma ha un nuovo sindaco. Non ha vinto Grillo, ha vinto Pizzarotti. Giovane, preparato, programma chiaro, magari non condivisibile per certi versi, ma lui sa di cosa parla, e noi? Noi, Giovane Italia, Azione Universitaria, soggetti di serie C all’interno di un partito retrocesso nella B politica, abbiamo il dovere di pretendere il rinnovamento, ma non sbraitando, ma mettendo le basi per un programma di Governo, da attuare nei Comuni e nell’Esecutivo nazionale.
Siamo in un periodo buio, critico, non tanto perché usciamo continuamente sconfitti, ma perché siamo in stato di confusione!
Liberiamoci dal giogo del “chi siamo – dove andiamo”, troviamo il coraggio di dire la verità, la forza di creare nuovi dirigenti e un dinamico rapporto con il territorio, liberandoci delle frattaglie putride che ammorbano il nostro movimento.
Mettiamo in azione le idee, perché ora siamo noi a dover scendere in campo.
Michele Pisano