venerdì 3 febbraio 2012

IL DISSESTO?E' PURA FOLLIA

Quasi due anni di incapacità politica e di gestione della città hanno portato ad un solo risultato: la minaccia di dissesto.
Ormai non passa giorno senza che questo sindaco non  parli di dissesto del Comune di Milazzo dimenticando le conseguenze che scaturirebbero per i cittadini.
Non mi riferisco solo alle tasse, ma ad un danno irreversibile  per ogni speranza di rilancio.
Un Comune dissestato è come una società fallita;Non interessa più  a nessuno; Altro che rinascita. Amministratori lontani anni luce dalle esigenze della collettività, saliti al Palazzo col solo obiettivo di eliminare ciò che altri hanno realizzato, il risultato è uno solo: disastro.
Occorre avere il coraggio di dire che quasi due anni di amministrazione Pino sono stati il fallimento politico di un progetto inventato alla bisogna.
Un’amministrazione che si appresta ad approvare il terzo bilancio di previsione ,come pensa di tirarsi fuori?è pura follia.
Quei partiti e soggetti politici che sostengono quest’amministrazione ,davanti all’opinione pubblica si dichiarano partecipi e coscienti ma  accettano senza interrogarsi  questo assurdo progetto che porta al fallimento e alla gogna l’intera città ,con un danno all’immagine irreparabile della stessa senza domandarsi delle conseguenze pratiche che hanno ricaduta negativa per l’intera economia cittadina?
 mira a ciò la politica di centro sinistra e le organizzazioni sindacali  che assicurano il personale contrattista dimenticando  tutta via i 28 lavoratori ex aias?
Oggi si avverte un grande assente  nella nostra città“la politica”,e in sua assenza  aspettando un suo intervento,si procederà al blocco e all’efficacia degli atti amministrativi, su impegni assunti precedentemente sui pluriennali?
Così procedendo, si pensa di alzare un muro che funga da spartiacque,che segni da una parte i buoni amministratori e dall’altra i cattivi, affrontando  ciò come se  la gestione non venga regolata da norme di legge che danno le linee guida per la buona gestione della cosa pubblica nel percorso della continuità degli atti.
E’ necessario e opportuno ricordare al Sindaco, agli amministratori e  agli esperti , che chi amministra non si può considerare e comportare come  il padrone della ferriera e in solitudine decidere il default dell’ente, quindi, macchiare la città di fallimento.
Non si può non tenere conto del lavoro svolto dai tantissimi amministratori locali di ogni colore politico che hanno avuto a cuore e lo sviluppo di Milazzo.
Siamo “nel semestre bianco”il periodo che la nuova normativa sugli enti locali mette al riparo  il Sindaco da una possibile sfiducia politica,così come le forze politiche di opposizione maturavano l’dea entro il dicembre 2011 visto l’immobilismo prodotto da questi partiti arrangiati tra loro.
Da quasi due anni  si gestiscono solo parole di catastrofismo,e la sola frase corrente nei corridoi dell’ente e quella ripetuta nei ai creditori “non ci sono soldi”,negando loro anche somme dovuti che nulla hanno a che fare con il bilancio comunale,per lavori svolti con  trasferimenti nazionali, regionali e della Cdp.,aumentando  così i costi e  le richieste di risarcimenti di  danni che graveranno ulteriormente sulle casse comunali .
Ai responsabili dei centri di costo e ai revisori dei conti è demandato dalla legge il controllo sulla gestione,  quindi,sorge spontaneo chiedersi,come è possibile avallare un ipotetico dissesto, si avrebbero conseguenze devastanti per i fornitori  che a vario titolo hanno assicurato servizi e riposto la fiducia nell’ente facendo fede sulla solvibilità dell’Istituzione.
Con quale coraggio in un periodo di crisi così forte si potrà consentire che i commissari liquidatori paghino appena il 40 per cento del dovuto ad una ditta che magari attende da anni il pagamento di una fornitura di 50 mila euro e magari ha fatto ricorso alla anticipazione bancaria?
O a quelli che hanno eseguito dei lavori di opere pubbliche e attendono di riscuotere 6-700 mila euro e ne prenderanno appena la metà?
Il Consiglio Comunale formato da  ex amministratori e da  consiglieri con più di una legislatura,consci delle difficoltà finanziarie  nel quale versa  l’ente da anni,  messi alla prova , hanno deliberato tutto ciò che l’amministrazione gli ha proposto per il bene della comunità,compreso il cappio a mio giudizio,  della dichiarazione di ente strutturalmente deficitario.
Credo che molti di essi in buona fede hanno approvato ciò, non immaginando gli atti e le conseguenze che ne sarebbero scaturiti da quel riconoscimento.
Sul sito  del ministero dell’Interno risulta che l’ente comunale già dal 2001  veniva classificato come  ente strutturalmente deficitario, con l’anticipazione del tesoriere che non poteva  essere azzerata  entro il 31 Dicembre dell’anno corrente ,e altri parametri di raffronto.
Ciò si verifica anche  per i ritardi nei trasferimenti dei contributi statali e regionali.
I bilanci dell’ente sono stati sempre certificati dagli organi di controllo per la  gestione, diversamente, i Revisori dei Conti hanno l’obbligo di denuncia del danno ai sensi dell’art.239,comma 1,lettera e)del Tuel alla Corte dei Conti, e comunicarlo al Consiglio Comunale.
Non mi risulta che i revisori abbiano presentato tale denuncia.
Solo nei giorni scorsi – su richiesta del sindaco – hanno detto che si può andare verso il dissesto. Le cose sono cambiate nel giro di un mese,dalla certificazione dell’ equilibrio di bilancio approvato il 30 Novembre2011?
Ogni amministrazione nella continuità amministrativa si è confrontata con i tagli ai trasferimenti statali e regionali,con la grande massa di crediti vantati dall’ente e sanciti dai vari rendiconti di gestioni,l’ultimo in ordine di tempo approvato dal Consiglio è di euro  22.000.000,00.
L’amministratore eletto deve mettere in essere tutte le proprie capacità politiche e  amministrative per sopperire alle difficoltà finanziarie ed economiche.
Nei comuni  i debiti che insistono in capo ad ognuno di essi, sono retaggio di scelte programmatiche e politiche sul territorio che oggi non trovano più riscontro nella nuova finanza locale per la gestione amministrativa  di un ente.
Sapere amministrare con il cassetto pieno è molto facile ma tutti gli amministratori succedutosi si sono  confrontati con le difficoltà di cassa.
Questa gestione ha aumentato tutte le tariffe a domanda individuale,  i tributi,l’accise sull’energia portata al 100% del coefficiente ecc.. ciò conformemente al piano di risanamento approvato dal Consiglio Comunale.
Il piano di risanamento approvato dal Consiglio Comunale, il quale  detta le prescrizioni e indica  i centri di costo responsabili della gestione ai sensi del dlgs 263 del Tuel,è stato pubblicato all’albo pretorio cinque mesi dopo la sua approvazione.
E’ stato notificato ai vari centri di costo ,dopo che l’amministrazione ha apportato le modifiche di variazione di bilancio nel mese di Novembre e l’equilibrio di bilancio,sottoscritto e certificano che l’ente ha rispettato gli equilibri di bilancio dal Collegio dei revisori dei Conti.
In un solo mese (dicembre)che cosa potevano fare gli uffici?Sono tutti meccanismi messi in atto che sanno di raggiro a  quanto approvato dal Consiglio Comunale.
 Per tutto il 2011  i centri di costo hanno impegnato e speso ,come se il piano di risanamento non esistesse,tant’è che si è data copertura all’assunzione di Dirigenti esterni,liquidato straordinari,mantenuto il fondo per i dipendenti ,elargito somme per pagamenti di emolumenti per particolari responsabilità a tutti i dipendenti comunali,  si sono fatti acquisti in tutti i settori e continuato con la gestione normale in tutti i dipartimenti.
Alla luce delle dichiarazione nefaste annunciate dal Sindaco,sorge spontaneo dubitare anche sul ruolo  esercitato dai Revisori Contabili sul controllo di gestione,ed è incomprensibile la dichiarazione resa da due dei tre del collegio “i sei mesi del risanamento non hanno portato i risultati sperati” dimenticano forse che i responsabili all’attuazione del piano sono i centri di costo ,e che la linea guida è la relazione tecnica del Ragioniere Generale che fissa i paletti su quale spese effettuare secondo il dettato del dlgs 263 il Consiglio ha approvato un piano gestionale per il triennio 2011/2013.
Tutto questo alla vigilia del rinnovo del Collegio dei Revisori e auspico per un senso di ulteriore imparzialità che chi ha firmato la relazione non abbia velleità di ricandidature per il nuovo Collegio che avrebbero un sapore quantomeno sospetto.
Oggi nel nuovo bilancio di previsione 2012 ,l’amministrazione deve azzerare i  capitoli di spesa che non rientrano nel dlgs 263/2000 garantendo solo quei capitoli per assicurare la normale gestione ordinaria dell’ente.;deve ottemperare a quanto il Consiglio Comunale ha imposto , l’amministrazione sa bene che il timone di comando fino al 2013  è del Consiglio e  le difficoltà di gestione riscontrate non sono l’eccezione solo per questi amministratori,anzi,nel recente passato si sono pagati milioni di euro di debiti, comunque, affrontati e pagati.
Non dimentichiamo poi che con la vendita di parte del patrimonio e la riscossione coattiva degli ingenti residui al 31.12.2011 ammontano a circa 28.000.000,00 euro si potrànno azzerare  i debiti.
 Quanto alla anticipazione di cassa è una costante di tutti i Comuni che sono creditori dei trasferimenti di Stato e Regione che sono come è noto ritardatari nei trasferimenti di legge ,Pertanto faccio un appello doveroso alla politica e ai  partiti i quali devono riappropriarsi del ruolo che la Costituzione gli riconosce per la tutela ,la programmazione e lo sviluppo di un territorio.
L’azione intelligente e legittima che le forze di opposizione conducono in Consiglio Comunale ,hanno messo in panne e  evidenziato tutta la fragilità politica e amministrativa di questa amministrazione.
Occorre che l’amministrazione attiva si confronti sul terreno della politica con le opposizioni rappresentate  in Consiglio Comunale .
I partiti che oggi sono tirati dentro da  quest’amministrazione, necessariamente devono fare un esame sulle cose che  vengono poste alla loro attenzione,poiché sono rappresentati da amministratori che ieri come oggi hanno gestitone l’ente,questo glie lo impone la città.
Questa amministrazione, a cuor leggero e con grande superficialità in quasi due anni  di gestione, con l’annuncio quotidiano della catastrofe finanziaria e conseguentemente con la scriteriata e paventata soluzione ai problemi della dichiarazione del  dissesto,ha distrutto l’immagine  e la credibilità di una nobile comunità,invidia di molti e meta ambita di tanti che hanno scelto di vivere nel nostro comune.
Da domani,sarà necessario mettersi alla ricerca di coloro i quali vogliono ancora aprire una linea di credito al comune.
Se la politica non prenderà da subito il sopravvento  della ragionevolezza ci saranno periodi cupi per la città!

Lorenzo italiano

Gazzetta del sud pag.34 
03.02.2012