lunedì 17 ottobre 2011

Eppure era un film già visto: "Il ritorno dei Servi del Caos"





E' un disastro naturale e civile. Come un onta di petrolio e carbone che incontra palazzi e vetrine, auto e negozi anzichè spiagge ed animali. E' ovvio che qualunque tipo di commento a caldo sarebbe appunto "a caldo" e dunque di parte, eppure, in molti, tra i ragazzi di destra, avevano commentato la manifestazione con toni contrastanti ma comunque pacati e quasi ammicchevoli. "Giusto" scrisse qualcuno giorni fa "parlare di lotta alle banche, all'Europa, al capitalismo, a chi governa questa crisi" una voce bipartizan che viene dal basso. Eppure, nessuno, credo a destra e a sinistra, avrebbe voluto vedere questo l'indomani del 15 ottobre del 2011. 

Per la seconda volta in 10 mesi, e con più violenza e rabbia, Roma ha subito danni per milioni di euro (solo nel suo vulnus pubblico). Una protesta che qualcuno aveva definito sacrosanta nei modi e nei tempi, ma che ha visto come vittime negozianti, cittadini comuni, poliziotti quasi inermi per leggi pacifiste che vietano l'uso delle armi sui violenti (siano essi ultras o siano essi black bloc).
Eppure qualcuno ha detto "si sa, succederà ancora, e sposteranno l'attenzione dala protesta alla violenza" quasi come monito per la stampa e per i politici. Eppure, non è stato così perchè questa volta molti politici, Casini su tutti, avevano definito oneste e plausibili le proteste di piazza.
Eppure, avvisaglie che la cosa avrebbe preso un altro percorso, ce n'erano. Andiamo con ordine.
Pochi giorni prima uscì un comunicato sulle bacheche di Indymedia, la rete indipendente dei centri sociali, che tonava, cito testualmente:

"(...) l'iniziativa (europea) nasc...e con spirito sorprendentemente rivoluzionario. L'occasione è unica; a Roma si troveranno centinaia di migliaia di persone anche se tutti i media di stato censurano e non dicono nulla di ciò. SICURAMENTE le FORZE di POLIZIA ci ATTACCHERANNO anche non dovesse esserci il minimo intento conflittuale (che comunque ci sarà e DEVE ESSERCI da parte nostra): dobbiamo tutti, rivoluzionari di ogni tendenza, comunisti, libertari e tutto/i coloro che saranno lì per rabbia e coscienza del baratro nel quale ci vogliono gettare DEFINITIVAMENTE, COMBATTERE !!!!! Non come a Genova nel 2001 ! Non come il 14 Dicembre 2010 ! Non dobbiamo fermarci ! Portare con se' di "tutto" per PRENDERE e TENERE la 'PIAZZA' ! Se ci accoppano dei compagni non paralizziamoci, non diamo in isterismi ma rispondiamo colpo su colpo ! La forza della disperazione può vincere i mercenari del capitale. (...)"

Nel comunicato poi si citava persino Napoleone e le tecniche di guerriglia. 
Poi ci sono le dichiarazioni di Di Pietro che incitava alla "rabbia di piazza" e i comunicati degli studenti o presunti tali, arcinoti per i fatti del 14 dicembre 2010, in merito alla rivoluzione di piazza che li avrebbe accomunati ancora una volta (questa volta non si sa contro chi o per cosa, loro, rispondono: "siamo qui per tutto") i fatti della ValdiSusa, le dichiarazioni e le voci dei centri sociali... Insomma, eppure, qualcuno sapeva. Prevedibile o meno, si è discusso della responsabilità del Ministero dell'Interno, già reo, di azioni di contenimento volte ad evitare "che ci scappasse il morto".Era già successo. Eppure le analogie con le immagini di Catania dell'uccisione dell'Ispettore Raciti, le immagini del G8 di Genova, le foto del 14 Dicembre a Roma e, anche, degli scontri di Londra di questa estate, hanno un viso comune a quelli di ieri: è il viso dell'odio e della violenza gratuita, incappucciata, come tutte le cose brutte del ventunesimo secolo. 


Eppure, a intasare le metro di Roma dalle ore 18 alle ore 20, erano solo pezzi dei centri sociali armati di bastoni e catene, rasta e cani, bandiere del Che e stelle a 5 punte rosse, orecchini spuntati e pantaloni larghi su scarpe etnies. Le barbe lunghe e incolte e i berretti militari non lasciano dubbi neanche quando la metro si svuoterà all'altezza delQuadraro, Cinecittà e Anagnina, sedi dei più grandi centri sociali romani di sinistra e poi su da Centocelle fino ai Castelli. Sono i red skin di quartiere. Invisibili tutto l'anno, assenti dalle grandi piazze politiche. Poi ritornano, come corpi addestrati, silenziosi, e arrancano violenza tra i compagni e gli incappucciati...sono i Servi del Caos...

A provarlo ci sono le scritte: anarchiche, comuniste sovversive, leniniste, antifasciste, antistato e, soprattutto, antipolizia. Le forze dell'ordine che contano centinaia di feriti a fronte di 12 arresti parziali. Un risultato che parla chiaro: le orde di barbari erano in numero superiore, tanto da eliminare qualunque cosa di mobile o semimobile in un raggio di chilomentri nella zona di San Giovanni Laterano a Roma tra le 15 e le 18 di ieri. Una macchia nera di petrolio che avvolge tutto.Eppure non finisce quì. Già. La storia va avanti. I barbari senza viso se la sono presa con la Madonna e con Gesù Cristo. Giusto perchè l'autorità più alta che mancava all'appello, era appunto quella divina. Dai tempi dell'invasione francese delVaticano, la neutralità della Chiesa non veniva messa in discussione. 


Eppure nel 2011, quasi 300 anni dopo, ecco rispuntare con acuta violenza, lo stesso bersaglio... Una statua della Madonna della chiesetta di San Marcellino e Pietro, scaraventata e distrutta sull'asfalto, pestata, come mostrano le immagini, dagli stessi teppisti che brandiranno poco dopo pali, fiamme, bombe incendiarie come fossero spade. Via Merulana, via Labicana, piazza San Giovanni Laterano, viale Manzoni, tutto distrutto. E chi c'era nel 1993 si ricorderà la stessa violenza di matrice diversa però, ma sempre in quella zona di Roma: l'attentato mafioso del Laterano. Bisogna ora porsi degli interrogativi: quale lingua parlano questi teppisti? Qual'è il loro reale scopo? Chi può fermarli e come?


Eppure la risposta si trova forse a piazza Tuscolo, sede di una delle storiche basi dell'Msi, devastata come non mai dagli assalitori di ieri. La sezione del Pdl, vicina a Luca Gramazio, che noi abbiamo conosciuto e intervistato in Versilia, presa di mira da questa gente, come ci raccontano le pagine de il sito di Roma
Sul marmo ormai distrutto, in memoria dei ragazzi uccisi negli anni 70' (Angelo Mancia e Mario Zicchieri), veleggia la scritta intimidatoria "...della gioventù di merda".
Eppure, adesso sappiamo il perchè...  


di Santi Cautela
-Salvateletica Magazine-



                                 statua della Madonnina rubata da una chiesa e distrutta dai manifestanti.