Il 20 febbraio 1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblicava sulle pagine del giornale francese Le Figaro ilManifesto del Futurimo. “Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità…”: sono le prime parole di esordio del più importante movimento iconoclasta del secolo scorso. Un movimento rivoluzionario, di rottura con il passato, capace di imprimere una svolta nell’arte e nella cultura, interpretando la domanda di modernità che saliva da una società in rapida trasformazione. Un movimento che si fece interprete di quell’ansia di novità che si respirava in tutti i campi del sapere e che annovererà tra le sue fila, oltre a Marinetti, artisti e intellettuali come Boccioni, Carrà, Balla, Prampolini, Palazzeschi. Personalità audaci, anticonformiste, di forte tempra e di acuta intelligenza. Una avanguardia artistica. L’ultimo significativo movimento culturale del XX secolo che l’Italia abbia saputo offrire al mondo.
Futurismo nell’architettura.Il Futurismo riuscì, con la sua straordinaria ventata di innovazione e di dinamismo, a contagiare altri movimenti artistici che si svilupparono in altri Paesi, come Russia, Francia, Stati Uniti e Asia, improntando di sé ogni forma di espressione artistica, dalla pittura alla scultura, alla letteratura, all’architettura, alla musica , al teatro, alla danza, al cinema e, finanche, alla gastronomia. L’urbanistica delle città fu studiata e immaginata in una dimensione futura. I progetti creati daAntonio Sant’Elia ruotavano intorno all’idea di movimento. Trasporti e grandi strutture ne esaltavano la funzione con incredibile visione anticipatrice rispetto alle trasformazioni che sarebbero avvenute molti anni dopo nella vita delle città. Il Futurismo, in ogni ambito, è un cantiere aperto. Una utopia che si rinnova nelle linee, nei sogni, nella creatività di menti aperte alle sfide, menti alla ricerca costante di nuove sfide, scevre da condizionamenti formali e tecnici. Eppure in grado di anticipare temi, visioni, pulsioni, tendenze che di lì a non molto si sarebbero affermate come effetto di un pensiero e di una cultura moderni.
Futurismo e fascismo. Nato in un’epoca di transizione, il Futurismo riuscì, dunque, a fornire una risposta straordinariamente unitaria alla velocità con cui si stava trasformando la società. L’avvento del telegrafo senza fili e le radio che annullavano le distanze con le prime connessioni intercontinentali; il dirigibile e l’aeroplano; i primi tubi al neon che illuminano le città e le automobili che aumentano di giorno in giorno, la cui produzione sale vertiginosamente grazie alla catena di montaggio. Cambia il modello di vita. Usi e costumi assumono nuove forme. Lo spazio è luogo di mutamenti di colore, di forme, di vibrazioni incessanti. Tutto è in movimento. Anche rispetto alla guerra, i Futuristi si posero come partecipi attori di cambiamento. Rivoluzionari a tutto tondo. Fino in fondo, per cambiare e innovare. Avanguardie rivoluzionarie e movimento iconoclasta, appunto, anticipatori del fascismo. Spiriti liberi da condizionamenti. Portatori di idee nuove. Non di ideologismi.
di Silvano Moffa (secoloditalia.it)