giovedì 22 maggio 2014

22 Maggio 1988. In ricordo di Giorgio Almirante, un grande Italiano.


Trovarsi a scrivere parole che non cadano nel banale e soprattutto che non siano ripetitive, parlando di Giorgio Almirante, è impresa ardua.

Almirante è stato un grandissimo della politica Italiana. Tutti ne parlavano, e ne parlano bene, anche chi lo ha odiato e soprattutto invidiato.

Giorgio Almirante è stato uno dei politici più amati, forse il più amato, ancora oggi, a 26 anni dalla sua scomparsa. L’unico che riuscirebbe a riunire quel vasto mondo frastagliato di voti e partiti che costituiscono l’eredità politica e culturale del Movimento Sociale Italiano. Nonostante la storia e gli uomini cercano sempre di cancellare tutto, Giorgio Almirante rimarrà sempre il celebre oratore che negli anni 60 e 70 riempiva le piazze di mezza Italia. Ordine sociale, pulizia morale, amor patrio, onestà, rettitudine politica, sono bandiere al vento del “credo” politico del Segretario, eredità tramandata a tutti i giovani militanti di ieri e di oggi, e che qualcuno ha volontariamente ammainato per perseguire interessi personali.

Un uomo sempre sulle barricate, sempre in trincea a difesa della propria Patria e del proprio Ideale, contro quel comunismo dilagante che prendeva ordini da Mosca e che voleva annettere il nostro paese all’Impero Sovietico. Una grande persona che incarnava tutte le qualità che i moderati di allora, e soprattutto di oggi, vorrebbero. Un leader umile, onesto, colto, educato, battagliero, vicino al popolo e ai più deboli.

In tempo di sciacalli, comici, servi dei poteri forti e di nazioni che ci hanno sempre guardato con invidia, Almirante rappresentava  la “chimera” di un uomo di altri tempi, di un politico che con grande acutezza aveva lo sguardo proiettato verso grandi orizzonti politici e sociali.

Il 22 Maggio 1988, giorno della sua scomparsa, il giornalista Indro Montanelli lo salutò così “Se n’è andato l’univo Italiano al quale si poteva stringere la mano senza paura di sporcarsi”.

Quel 22 maggio di 26 anni fa accanto al Segretario, al condottiero di tante battaglie, si stringeva un’Italia col senso del dovere, col senso della Patria, col senso dell’onore, col senso dell’onestà, col senso del rispetto. Tutti i valori incarnati da Giorgio Almirante  e che ha trasmesso a tutti noi giovani, valori che si fondano sulle sofferenze di chi ha pagato, anche con la vita, il prezzo delle sue idee. Tocca a noi l’onore, e l’onere, di un’eredità pesante, nata in un’epoca difficile e triste. Dobbiamo necessariamente ridar vigore a quell’Italia, che oggi non c’è più.

di Gabriele Italiano