venerdì 21 settembre 2012
Il voto di protesta alla destra..
Per certi versi le campagne elettorali sono l’epopea di un'Italia infantile che ama la presa del mito sulle coscienze della massa, per citare Ortega. Destra e sinistra ormai polarizzate un po’ come Germania e Italia nello scenario europeo o come Croce e Gentile nello scenario filosofico. Cosa c’entra la filosofia con l’economia e con la politica?C’entrano perché solo queste tre dimensioni possono spiegare l’enorme buco nero che sta divorando il nostro sistema parlamentare. E soprattutto solo così possiamo provare a spiegare il fenomeno della dittatura democratica (un ossimoro alla stregua del ghiaccio caldo) che gli States hanno importato in Italia sotto forma di Beppe Grillo.
Filo americano lui, filo palestinesi i suoi… salvo voto informatico che condiziona la linea politica del Movimento 5 Stelle. 5 o 6 appunto? Se provate a cercare la posizione dei grillini sulla guerra in Syria per esempio o sui fatti che riguardano l’assassinio dell’ambasciatore statunitense per la Libia, sarà difficile capirci qualcosa… perché vedete Grillo non raccoglie solo i delusi. I veri delusi sono i disinformati, ossia coloro che non vanno a votare perché poco sono coinvolti dalla politica. No Grillo va oltre, raccoglie i frustrati. Coloro che sono informati o che si definiscono tali, in realtà sono confusi, nella loro frustrazione verso il sistema che in realtà è realmente marcio.
Ricordano i luddisti o il movimento operaio o gli stessi marxisti, uniti sotto una bandiera abbastanza semplificata pro masse che porterà a diverse crisi politiche e in Italia allo sviluppo dei Qualunquisti o Uomo Qualunque, un altro movimento parallelo ai grillini sviluppatosi nel secondo dopoguerra. Sotto facili slogan e programmi confusi e populisti, questi pseudopolitici si professano anti e mai pro. Persino anti parlamento, se potessero abolire le poltrone, le sostituirebbero con delle comode tastiere. Ma non si può amministrare un Paese con una tastiera prescindendo dalle strutture partitiche e parlamentari.
Non siamo la Svizzera o il Lussemburgo e nemmeno il tranquillo San Marino. Anzi sembra proprio che più uno Stato è piccolo tanto più la burocrazia sia grande, aldilà degli esempi citati, in cui diminuisce solo il regime fiscale, il Vaticano, Malta e Lichtenstein non mancano di strutture parlamentari e governative complesse e vecchie come Andreotti. L’impressione generale è che questo clima di antipolitica poggi su sé stesso e su nulla di strutturato. Questo polverone d’odio che si è alzato, se non riempito di azoto e ossigeno alla fine rischia di svanire col primo maestrale… e il rischio in cui si incorre è proprio questo aldilà del già citato “dispotismo democratico”.
Teseo sconfigge Minosse ma preso dall’ira, nonostante sia egli divenuto un grande re, si fa promettere la morte del figlio Ippolito dal Dio Nettuno. Ci ripenserà. E se il migliore degli elettori alla fine della guerra, passata la crisi, ci dovesse ripensare? La coscienza non è immobile certo, Fini insegna, Lombardo smentisce. Ma se il pensiero diviene azione, per citare Gentile, si rischia di fare un pata trac colossale. L’implosione della politica non può essere accellerata. Il processo di revisione non passa dai tribunali o dalle piazze. Passa dai comitati, dai partiti e dall’elettorato medio, quello che un posto di lavoro ce l’ha e anche una coscienza fissa, non per forza hegeliana.
Siamo passati dall’era del relativismo in cui tutto dipende da chi, all’era del grillismo in cui tutto dipende da “loro”. Ma questo male innato, spesso acume di reticenza e astio verso la vera comprensione della politica e dei suoi meccanismi repubblicani, rischia di apparire sempre più oscuro e meno definibile. Dunque l’unico modo di far risorgere le radici della destra, non è potare l’albero marcio e non è sicuramente danzare sotto la pioggia sperando che Grillo ci salvi o chi per lui, voto elettronico conditio sine qua non, ma curar le radici e renderle più forti. Di quelle che non gelano al passar dell’inverno, bisogna protestare questo voto di protesta alla destra, democraticamente o no, fate voi…
Santi Cautela