Presidente Napolitano ha ribadito ancora una volta “Ridurre i tempi della giustizia. La lentezza dei processi mina la fiducia del cittadino”. Per un processo penale servono mediamente tre anni e mezzo, ma le inchieste possono allungare l’attesa fino a 5 anni. Un terzo, comunque, rispetto al tempo necessario per una causa civile. Inoltre il tempo del giudizio si dilata, cresce di anno in anno. La lentezza dei processi insomma è un mostro che si autoalimenta, come una valanga che rotola a valle.
UNA SITUAZIONE NON PIU' SOSTENIBILE!
Alla politica perciò il compito di affrontare questa situazione drammatica.La riforma della giustizia è una battaglia che fa parte del programma elettorale del PDL. Per dare ai cittadini un sistema giudiziario più efficiente e più garantista, per dare ai magistrati la dignità di un servizio civile di altissimo livello.
PERTANTO NOI CHIEDIAMO:
-La separazione delle carriere;
-La riforma del Csm, che deve tornare ad essere un luogo di autogoverno dei magistrati e non una “terza camera” che fa politica;
-Un taglio ai tempi scandalosamente lunghi dei processi (abbiamo nove milioni di processi pendenti per cui l'Italia è il Paese più condannato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo);
-Un piano straordinario per lo smaltimento delle cause civili pendenti e l'attuazione della delega in tema di semplificazione dei riti del processo civile;
-La riforma della magistratura onoraria e la riforma delle professioni;
-Un ulteriore aumento delle risorse per la Giustizia;
da GIcaravella