lunedì 17 giugno 2013

Intervista a Pietrangelo Buttafuoco

In esclusiva per Casaggì Milazzo,intervista a Pietrangelo Buttafuoco,scrittore e giornalista siciliano,nato a Catania,voce autorevole del pensiero “non conforme”,il quale annovera nella sua carriera importanti collaborazioni con “il Foglio” ,“il Giornale” ,“Panorama” ,“la 7”,oltre a numerose pubblicazioni di libri.      


Vogliamo aprire quest'intervista,in maniera un po' inusuale. Non con una domanda di politica ma bensì parlando di un problema che ci riguarda da vicino: il MUOS. 

Sappiamo in linee generale che il MUOS è un sistema radar fortemente voluto dal governo Americano e fortemente dannoso e nocivo per la salute, infatti vi sono tre esemplari in tutto il mondo siti a chilometri a chilometri dalle città abitate; un quarto invece, pronto alla realizzazione, a Niscemi, tra le case tra la popolazione. Comitati e semplici cittadini si sono mossi contro la realizzazione di questa potenziale macchina di malattie e non solo, altamente inquinante. Ma perchè nessuno ne parla? O meglio perchè a livello nazionale sembra quasi non interessare la continua protesta del popolo di Niscemi e non solo, dato che la contrarietà alla realizzazione è unanime, perchè c'è così poca informazione su un mostro ambientale come il MUOS?Perchè il presidente Crocetta, che fa capo ad un partito che ha la maggioranza alla camera, non si espone fortemente contro? Anzichè limitarsi alla pubblicazione di comunicati utili "per i politici del web"?

Non ne parla nessuno del Muos per un motivo proprio semplice: l’amministrazione statunitense non gradisce. E siccome in Italia (che è a tutti gli effetti una colonia) non esiste di certo “la libertà di stampa” nessuno – di conseguenza – può prendersi la libertà di parlarne. Se ci pensa è qualcosa di più grave della celeberrima antenna della “Radio Vaticana”, i giornali e i tg ne riferirono ampiamente con tanto di referti medici e di polemiche che non si fermarono davanti all’autorità pontificia. Del Muos, invece, si dà notizia solo lo stretto indispensabile quando appunto – oltre il tam tam del web – nell’ambito delle manifestazioni capitano cariche ed incidenti. Ma la sostanza, quello che lei ha ben spiegato, non viene raccontata mai sebbene il Muos abbia implicazioni geopolitiche e di strategia di gran lunga più importanti della Tav, giusto per fare un altro esempio. Mi risulta che Crocetta abbia sostenuto le ragioni di chi contesta le istallazioni del ‘Radar’ ma le ragioni di Roma, non ultime una serie di trappole imposte dai contratti, hanno prevalso sui sentimenti”.

Soffermandoci sul tema Regionale, possiamo notare come siano già passati quasi 250 giorni dall'insediamento del governo Crocetta. Alla luce di questi primi 7 mesi, come valuta l'operato del Governatore e soprattutto cosa ne pensa della tanto acclamata e pubblicizzata "rivoluzione" che a suo dire Crocetta avrebbe dovuto attuare ma che in fin dei conti si è già dissolta come una bolla di sapone?

Credo di essere già stato querelato su questo tema. Tempo fa scrissi una lettera aperta a Franco Battiato dove l’avvisavo del disastro politico-culturale di questo governo e proprio in questi giorni m’è arrivata la notifica del procedimento penale in corso. Certo, non sarà stato Battiato a querelare. Per esclusione credo sia stato il governatore e perciò, giusto per svelare questa bolla di sapone ben lucidata da trasmissioni televisive assai glamour, facciamoci una domanda: se solo un Cuffaro avesse nominato assessore una sua segretaria, ecco, non sarebbe successo tutto un vivamaria in Sicilia, non ci avrebbero fatto invadere dai marines per liberarla da siffatto satrapo? A Crocetta, evidentemente, è consentito tutto.

Se le prospettive politiche siciliane non sono delle migliori, ancor peggio possiamo trovare se ci soffermiamo sul panorama Nazionale. L'ultima tornata elettorale ci ha presentato uno paese spaccato in più parti ed ha portato a questa "impropria" forma di governo che tutto sembra fuorché quello in cui gli italiani speravano e soprattutto quello di cui gli italiani necessitavano. Preso atto di questo Governo delle larghe intese, lei non crede sia solo una riproposizione più o meno andata a male del tanto odiato Governo Monti con la sola differenza del voto popolare, mancante nell'esecutivo dei Professori, ma con lo stesso placet dei poteri forti della finanza?

Questo governo, l’esecutivo Letta, nasce per necessità di fare fronte all’urgenza. Tutto è bloccato in Italia. Tra un mese 150.000 dipendenti della sanità pubblica vedranno scadere il loro contratto senza la possibilità di confidare in un rinnovo. Gli italiani hanno ben poco da sperare anche perché, sia detto con la dovuta brutalità, non sono certo migliori della classe dirigente che vanno a scegliersi in ogni tornata elettorale. Ancora prima rispetto alle strategia dei poteri forti e della finanza internazionale c’è un disastro politico-culturale tutto nostro che agevola il lavoro degli speculatori. Non era certo un gran bel governo quello di Berlusconi, né migliore l’avrebbe potuto fare Bersani. E’ il punto di realtà che ha determinato lo svolgersi dei fatti.

Dunque constatiamo come in questo scenario, dove la decadenza della buona politica, dei valori e degli ideali è in forte espansione, si senta e ci sia il bisogno di una rinnovata presenza di quella destra sociale e di popolo che tanti cuori ha infiammato e tante anime ha aggregato sotto la stessa fiera bandiera.
Secondo lei al giorno d'oggi potrebbe tornare ad esistere un soggetto politico-culturale del genere e se si, che spazio troverebbe nel quadro politico di questa nuova epoca?

Dice da destra, si riferisce a qualcosa che possa nascere a destra, nel solco di quel che fu la destra? La vedo difficile. Gli ultimi tentativi sono stati velleitari e furbi. Non ultimo quello di rimettere insieme i cocci di un mondo che è stato stuprato dalla cinica organizzazione di un piccolo gruppo dirigenziale interessato alla sopravvivenza del proprio stipendio. Sempre confidando in un elettorato che, in cambio, portava loro un carico di buona fede risolto infine nel nulla, il cubico nulla di una distruzione totale.

dal secondo numero di InformAzione