martedì 31 luglio 2012

LOMBARDO, GAME OVER!


Sembrava uno di quei giochini della nostra infanzia: pensavi di aver finito la partita e poi prendevi “la vita”, l’extra time, il bonus che ti consentiva di andare avanti. Raffaele ha vissuto così quest’ultimo giorno da Governatore, esattamente come ha cominciato, una trama dietro l’altra, una nomina last minute, un gioco di prestigio per restare aggrappato a prebende, clientes e affari.
Due ore di ritardo per la conferenza stampa di addio sono servite a svuotare cassetti e hard disk e preparare la prossima campagna elettorale all’incasso di favori e posti al sole. L’ultimo giorno dell’Imperatore è la Sicilia allo specchio, con la sua sofferente agonia e le meschinerie di corte con protagonisti eccellenti e ingombranti.
L’assessore agli Enti Locali al posto della Chinnici, tanto per far sentire ai sindaci amici il fiato sul collo di Don Raffaè, impedire la fuga dal pollaio, continuare fino ad ottobre a tenere sulle spine qualche milione di Siciliani. Raffaele non c’è, ma si vedeIl Lombardismo immanente vorrebbe lasciare l’Isola nel limbo dell’immobilismo di governo e della frenesia delle segreterie, tenuto in vita da un esercito di consiglieri comunali, piccoli “bravi” di quartiere, primari, professori universitari, preoccupati di garantire se stessi e alimentare il sistema.
Il lombardismo, però, si nutre di potere. Senza il potere, senza il Presidente, senza le sue sigarette mangiate, senza i suoi origami disegnati sulle delibere, senza il codazzo di viscidi servi, tutto diventa più difficile. Il potere è affascinante e le sue declinazioni ne ingigantiscono l’ipertrofia, ma è difficile farlo senza il Vicerè e senza la sua immaginetta sullo scranno più alto.
Adesso aspettiamo l’orgoglio, sopito, dei Siciliani, perché pretendano dalla propria classe dirigente una inversione di tendenza. C’è tempo per chiedere conto ai prossimi candidati di cosa vorranno farne di questa terra martoriata. Per adesso festeggiamo la festa della liberazione, quella da Lombardo e dai suoi galoppini, dal peggior Presidente della storia dell’autonomia, dalle schiere di presuntuosi e fastidiosi paggetti. 31 Agosto 2012. Andrebbe scritto in rosso sul calendario, “Festa della Sicilia, finalmente libera”.
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