lunedì 9 luglio 2012

Lo sfogo di un ristoratore Milazzese "MILAZZO NON E' UN PAESE PER GIOVANI"





Sta succedendo qualcosa di fortemente negativo a Milazzo, ce ne stiamo accorgendo e dobbiamo iniziare a prendere l'iniziativa e fare sentire la nostra voce. C'è un popolo di gente che la pensa come me e che sente che gli stanno rubando un ennesimo diritto: quello al divertimento nella propria città. 
Uno sfogo ragionato che voglio condividere con tutti coloro che tengono al futuro del Borgo e di q
uel pò di "vita sociale naturale" che è rimasta a Milazzo. Da leggere stesi sul divano con condizionatore o ventilatore puntato. Buona lettura e da stasera raccolta firme ProBorgo nei locali.

MILAZZO NON E' UN PAESE PER GIOVANI.

Davanti alla recente raccolta firme di denuncia ai locali ed all'immediata e perentoria quanto inusitata risposta delle forse dell'ordine, viene voglia di chiudere bottega e andarsene di nuovo. Invece è ora di mettere nero su bianco, rispondendo a pifferai magici dell'ultima ora.
Premetto che io sono anche un residente del Borgo, come la mia famiglia,i miei genitori ed i miei nonni, viviamo al Borgo da sempre. Ne conosciamo la storia, sappiamo come era, come è stato nel recente passato e come è oggi.
Sono anche consigliere del Consorzio Borgo Antico e Dintorni, riconosciuto come Centro Commerciale Naturale dalla Regione Sicilia, nato con l'obiettivo di coordinare gli imprenditori dell'area e di valorizzare anche investimenti pubblici e privati l'area che ricade tra Borgo e Vaccarella.
Ritengo quindi di potere capire alcune delle richieste avanzate e conosco i fastidi che taluni eccessi possono creare.

Detto questo vorrei proporvi di immaginare insieme cosa succederebbe se i locali del Borgo davvero scomparissero. Il nostalgico ritorno ad un borgo silenzioso, abitato da anziani e ( pochissime famiglie con bambini tra cui la mia) sarebbe una soluzione?Per chi? Per quanti?
Cosa succederebbe dunque? Qualcuno dormirebbe meglio è vero, ma qualcuno tra questi non riceverebbe più l'affitto mensile per il proprio locale o magazzino o appartamento affittato a giovani turisti frequentatori estivi del Borgo o ad uno dei tanti lavoratori dei locali che hanno deciso di stabilirsi qui. Beh forse senza il sicuro affitto mensile il sonno di questi non sarebbe più cosi tranquillo. Immagino che qualcuno vedrebbe le prenotazioni del proprio B&B drasticamente ridotte e di certo molti altri si accorgerebbero che il valore delle loro case, per la prima volta da 20 anni tornerebbe a calare. I turisti (già pochi) avrebbero ancora un motivo in meno per venire a Milazzo. I giovani milazzesi e non, si disaffezionerebbero definitivamente a questa non più ridente città ed affollerebbero, come già peraltro hanno iniziato a fare da qualche anno, la rinata Messina o i lidi di venetico, Rometta ed altri locali di quelle piccole cittadine più o meno limitrofe che fino a qualche anno fa erano innocui satelliti dell'elegante e viva Milazzo e che ora con grande spirito imprenditoriale (mors tua vita mea) concorrono a tutti gli effetti ad accaparrarsi i frammenti della fu inarrestabile movida Milazzese.

Ma c'è anche un argomento molto importante e troppo sottovalutato a mio modo di vedere, da chi contesta i locali: il lavoro. Facendo una rapida stima, in un'epoca di crisi profonda del lavoro i locali del Borgo offrono tra stagionali e fissi più di 100 posti di lavoro a giovani che così si rendono indipendenti e ad adulti professionisti che con il loro stipendio mantengono le loro famiglie e crescono i loro figli. Non solo i residenti ma anche un piccolo esercito di chef, aiuto cuochi, lavapiatti, camerieri, barman, personale delle pulizie, tutti abitano il Borgo, ci avevate mai pensato? Ci passano almeno 8 ore al giorno, avranno anche loro diritto a dire la loro? E quando finiscono di lavorare molti di loro raccolgono bottiglie, bicchieri, sporcizia, non sarebbero addetti a farlo (quelli sarebbero gli operatori ecologici che paghiamo anche noi con le salate bollette della spazzatura), ma fanno del loro meglio per ridurre l'impatto dei locali sul Borgo.
Ancora, i locali con i loro acquisti nell'ambito del food &beverage, con le loro bollette elettriche, dell'acqua, rifiuti, gas, con i loro permessi siae, muovono annualmente un ragguardevole budget di centinaia di migliaia di euro, fornendo un contributo non da poco alla depressa economia locale. Questi sono dati reali, verificabili, non vaghe lamentele basate sugli umori e sulle pressioni dell'ultimo arrivato.

Questo è un effetto collaterale non da poco che chi denuncia i locali dovrebbe tenere in debita considerazione. Chiusi i locali, andati in fumo posti di lavoro e investimenti degli imprenditori-perchè questo siamo-il Borgo tornerebbe dunque ad essere un quartiere a se stante quasi dimenticato e snobbato dagli stessi milazzesi (da bambino ricordo che bugghitano era praticamente un insulto), come lo era prima dell'avvento dei locali, ed io lo so bene essendo stato nel lontano '96 il primo a credere, insieme ai miei, ad un locale a 360 gradi e per 365 giorni l'anno in questa zona di milazzo, nel nostro quartiere, dato che prima di allora ci si riuniva al Bar Cambria al Codraro (chi lo ricorda?). Da allora il Borgo iniziò la sua trasformazione, divenendo il polo della movida dell'intera fascia tirrenica, in cui potevi fare l'aperitivo, cenare, ascoltare musica nel dopo cena prima di andare a ballare nelle varie discoteche milazzesi. frequentatissimo anche dagli ambiti clienti messinesi.
Nacquero molti altri locali (forse troppi e non sempre di qualità), ed accanto ad essi iniziarono a d apparire anche negozietti di artigianato locale, etnici etc. oggi scomparsi. Era un centro commerciale naturale nato spontaneamente in una delle zone più caratteristiche e meno sfruttate della città. Altrove questa trasformazione sarebbe stata percepita da tutti come una grande, forse unica opportunità di crescita turistica per Milazzo. I neo imprenditori che autonomamente e con propri capitali decisero di investire lì, stavano praticamente servendo all'amministrazione ed alla cittadinanza l'occasione di divenire a costo zero cuore di un vero e proprio“distretto del divertimento” concetto e realtà che tanto bene avevano saputo creare e mantenere al Nord Italia, in Romagna, ma che in anni recenti abbiamo, anzi hanno,saputo replicare con successo nelle aree di Marzamemi, Marina di Ragusa etc, aree che oggi tutti conosciamo, amiamo e che non conoscono crisi.

Ed invece, la Rinascita del Borgo, perché di ciò si è trattato, è stata sin dall'inizio percepita come un problema piuttosto che un'opportunità, sia dalle amministrazioni che non l'aveva affatto promossa e si trovarono (impreparati) a doverla gestire, cosi come le forze dell'ordine chiamati, e dai residenti del borgo che da un momento all'altro si sono ritrovati al centro di un evento unico, quasi incomprensibile, visto che fino a qualche anno prima al borgo (lo ricordo bene) non avevamo neanche le strade! Alcuni residenti o proprietari,c'è da dire, hanno capito cosa stava succedendo, hanno ristrutturato casa, l'hanno affittata o venduta ad un prezzo inimmaginabile fino a pochi anni prima, altri vi hanno realizzato o fatto realizzare un' attività, avviando cosi un processo positivo di miglioramento contagioso dell'area e di nuova e ritrovata percezione di se stessi, stavolta in positivo, fieri di essere “borghitani” che io stesso ricordo con emozione.

Purtroppo però un fenomeno sociale di tale portata non può non essere governato, indirizzato o semplicemente gestito da chi detiene le redini della città. Guardando indietro dopo quasi 20 anni pare evidente che a questa spinta imprenditoriale dal basso che ha visto il Borgo rinascere e divenire protagonista non ha fatto seguito da parte del Comune un riconoscimento di questo nuovo status di area su cui puntare ed investire per il futuro. Nel corso di questi quasi 20 anni sarebbe stato naturale e quanto mai opportuno creare nuovi parcheggi, che invece sono addirittura diminuiti, si sarebbe dovuto creare un servizio shuttle dal lungomare o da Ponente; si sarebbe dovuta richiedere una costante presenza deterrente(no solo reprimente) delle forze dell'ordine, si sarebbe dovute istallare un sistema di vigilanza anche elettronica di un area frequentata nei fine settimana da migliaia di persone; si sarebbe dovuto rafforzare il servizio di spazzamento e potenziare la presenza di bidoni per la spazzatura. Proprio per la spazzatura il borgo poteva e potrebbe ancora essere il fiore all'occhiello dell'amministrazione se si avviasse una vera raccolta differenziata mirata per i locali (bottiglie, cartone, lattine).
Ancora, si sarebbe dovuto costituire un tavolo di confronto tra amministrazione-cittadini residenti e cittadini imprenditori del borgo. Forse chi ha promosso la raccolta firme di questi giorni questa storia non la conosce e forse chi la ha firmata confonde la giusta e necessaria regolamentazione delle attività, della viabilità e quant'altro con una voglia di ritorno ad un passato nostalgicamente sempre percepito come migliore, ma oggettivamente non auspicabile per nessuno dei contendenti.

Per quanto riguarda la questione musica, certamente certi eccessi non fanno bene a nessuno, e non fanno certo piacere a tutti i titolari di locali del Borgo, perché non tutti i titolari interpretano l'offerta musicale nello stesso modo, ma mi sento di dire che la situazione è migliorata notevolmente, rispetto agli anni passati. Complice anche la crisi che coinvolge tutti, oggi al Borgo i locali sono in numero decisamente minore(circa la metà di 5 anni fa) e di certo meno rumorosi. Le attività dal vivo o con dj avvengono solo il venerdì e sabato con qualche incremento a luglio ed agosto, ma almeno d'estate, concedeteci di massimizzare le poche opportunità rimaste (i recenti fatti purtroppo dimostrano che non esiste questa sensibilità, soprattutto nelle forze dell'ordine). Per quanto riguarda gli orari, oltre ad essere una pratica diffusa in tutte le principali località turistiche d'Italia, è pieno diritto del sindaco, essendo responsabile dell'ordine pubblico sul suo territorio, incentivare il turismo anche attraverso ordinanze che superano l'obsoleta legge del TULPS che regolamentava le attività musicali e che stabiliva il limite della mezzanotte, legge che risale al 1929, due regimi fa, in pieno periodo fascista (!). Tali ordinanze non fanno altro che rispondere alle mutate esigenze sociali che vedono sempre più posticipata l'uscita notturna, in particolare d'estate. Se in una città turistica il limite delle 1.30 stabilito dal sindaco sembra eccessivo allora vale la frase ricorrente degli ultimi tempi: “Milazzo non è un paese per giovani”.

Non dimentichiamo inoltre l'importanza che l'offerta musicale dei locali gioca nell'arduo tentativo di trattenere sul nostro territorio i giovani che altrimenti si metterò sulle loro auto per passare le loro serate a molti chilometri da Milazzo con i conseguenti forti rischi dovuti all'associazione di alcool e guida.
In conclusione se certamente i locali hanno alcune responsabilità, forse alcuni più di altri e forse più in passato che oggi, essi sicuramente non sono responsabili di tutto il male del Borgo e credo fermamente che piuttosto rappresentino ancora una risorsa per Milazzo. Oggi infatti dopo i fasti, gli eccessi ed il declino del passato, il Borgo resiste ancora e ha le carte in regola per continuare, rinnovandosi come sta facendo, ed essere un punto di riferimento per Milazzo e dintorni. Per fare ciò non servono denunce ed aizzatori dell'ultima ora ma un impegno reciproco alla convivenza trovando punti di incontro tra imprenditori dei locali e residenti con il fondamentale ruolo mediatore e pro attivo del Comune ed una nuova sensibilità delle forze dell'ordine troppo spesso presenti al borgo solo in forma repressiva piuttosto che preventiva.

PS: A tal proposito tra la stesura e la pubblicazione di questo pezzo c'è stato un venerdì di mezzo, nel quale alle ore 1.40, quindi appena 10 minuti dopo lo scadere dell'ora X, e quando avevamo già abbassato il volume avviandoci a finire con l'ultimo pezzo molto tranquillo, abbiamo ricevuto nel mio locale la visita della polizia, i cui rappresentanti, gentilmente ed umanamente mi hanno comunicato che questi 10 minuti oltre il permesso delle 1.30 costeranno alla mia attività 1250€ di sanzione ovvero 125 € al minuto! Come se non bastasse sarò anche denunciato penalmente per schiamazzi notturni e disturbo alla quiete pubblica. Quanta umanità! Preciso che la mia musica avviene tutta all'interno del locale e con un volume a quell'ora equiparabile a quello di una stereo. Se la sanzione dovesse essere confermata mi troverò costretto ad annullare tutti gli eventi previsti per l'estate 2012, con buona pace mia e di chi ne avrebbe beneficiato. I nostri concorrenti extra milazzesi ringraziano sentitamente per cotanta solerzia e senso del dovere.
In definitiva, non posso far altro che concludere questo “sfogo” come ho iniziato, confermando che meglio chiudere bottega e andarsene di nuovo, tornando qui da pensionati: MILAZZO NON E' UN PAESE PER GIOVANI.